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Cabal Juve, mezz’ora per cambiare l’esito di un match: i numeri che hanno trasformato il colombiano nell’uomo della provvidenza a Bologna

Cabal Juve, la fotografia statistica dell’impatto al Dall’Ara: ventinove minuti di sostanza tecnica e la zampata che ha ribaltato il destino del match
A volte nel calcio non serve una vita intera per diventare eroi, bastano pochi istanti vissuti con la giusta intensità. La notte del Dall’Ara ha consegnato a Luciano Spalletti e ai tifosi bianconeri una certezza in più: Juan Cabal non è solo una alternativa nelle rotazioni difensive, ma un giocatore capace di determinare il risultato quando il pallone scotta. Analizzando i dati della sua prestazione contro il Bologna, emerge il ritratto di un calciatore che ha saputo massimizzare il poco tempo a disposizione, trasformando uno spezzone di gara in una performance da tre punti.
Entrato al minuto 61 per sostituire un nervoso Cambiaso, il colombiano ha disputato esattamente 29 minuti. Un lasso di tempo relativamente breve, ma sufficiente per toccare 18 palloni. Questo dato non è banale: significa che il compagno lo ha cercato e che lui si è fatto trovare pronto, entrando subito nel vivo della manovra senza quel timore reverenziale che spesso attanaglia chi subentra a freddo. La qualità del suo apporto è certificata dalla precisione: con un 88% di passaggi riusciti, Cabal ha garantito pulizia tecnica in uscita, fondamentale in una fase in cui il Bologna pressava per cercare il pareggio o la vittoria.
Ma è chiaro che la statistica regina, quella che oscura tutte le altre, è il gol decisivo. Una rete da opportunista, nata dalla capacità di seguire l’azione offensiva e di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Oltre alla gloria personale, però, c’è stata anche sofferenza. Il difensore ha messo a referto 1 chiusura difensiva fondamentale e 1 recupero, sporcandosi le mani quando serviva. C’è un solo dato in chiaroscuro, quello dei duelli: ne ha vinto 1 su 4. Un numero che testimonia la battaglia fisica ingaggiata con gli attaccanti rossoblù, dove magari ha pagato qualcosa in termini di irruenza, ma che passa decisamente in secondo piano rispetto al peso specifico della sua marcatura. In sintesi, Cabal ha ottimizzato ogni secondo: efficacia tecnica, presenza mentale e l’istinto del killer che ha risolto una serata complicatissima.
