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Caso Agnelli, l’avvocato Lubrano svela: «Le conclusioni dell’Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia sono pienamente condivisibili. Vi spiego perché»

Caso Agnelli, l’avvocato Lubrano ha spiegato perché le conclusioni dell’Avvocato Generale della Corte UE siano condivisibili
Le conclusioni depositate ieri dall’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea potrebbero segnare uno spartiacque storico per il diritto sportivo italiano. Al centro della disputa c’è il ricorso di Andrea Agnelli, l’ex presidente della Juventus che ha guidato il club nel decennio dei record, il quale ha sollevato dubbi sulla compatibilità tra le norme italiane e quelle comunitarie.
Il nodo: annullamento vs risarcimento
Secondo l’Avvocato Generale, il sistema attuale italiano — basato sul cosiddetto “diritto vivente” sancito dalla Corte Costituzionale — è incompatibile con il Diritto dell’Unione. Oggi, infatti, i Giudici Amministrativi (come il TAR) possono intervenire sulle sanzioni disciplinari sportive solo concedendo un risarcimento economico (“per equivalente”), ma non hanno il potere di annullarle o sospenderle. Per l’Europa, questo limite è inaccettabile. In virtù della “primazia” del diritto comunitario, la tutela giurisdizionale deve essere effettiva (art. 47 della Carta dei diritti fondamentali UE). Tradotto: se una sanzione è ingiusta, il giudice deve poterla cancellare, non solo monetizzare il danno.
Il parere dell’esperto: “Limitazione ingiustificabile”
A commentare favorevolmente questa apertura è il Prof. Avv. Enrico Lubrano, docente di Diritto dello Sport presso la LUISS Guido Carli e legale di comprovata esperienza nel settore amministrativo-sportivo. Le parole riportate da Calcio e Finanza.
«Le conclusioni dell’Avvocato Generale sono pienamente condivisibili», spiega Lubrano. «La limitazione alla sola tutela risarcitoria è manifestamente incompatibile con i principi europei. Tale limite non è giustificabile nemmeno in ragione dell’autonomia dell’Ordinamento Sportivo, che non trova un riconoscimento diretto tale da comprimere diritti fondamentali».
Verso la sentenza del 2026
L’auspicio di Lubrano, e di molti giuristi, è che la Corte di Giustizia UE recepisca queste indicazioni nella sentenza finale, attesa per marzo 2026. Se i giudici confermeranno la linea dell’Avvocato Generale (come accaduto nel recente caso RFC Seraing), cadrà un pilastro storico della giustizia sportiva italiana, restituendo ai tribunali ordinari il potere di “riespandere” la tutela e cancellare le squalifiche ritenute illegittime.

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