Dupont (legale Giraudo): «Piò saltare la giustizia sportiva»
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Dupont (legale Giraudo): «Il parere dell’Avvocato UE può fare saltare la giustizia sportiva italiana»

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Dupont (legale Giraudo): «Il parere dell’Avvocato UE può fare saltare la giustizia sportiva italiana». Il commento alle ultime esternazioni di Spielmann

Il 18 dicembre, l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea Dean Spielmann ha affrontato due nodi cruciali in merito alle sanzioni inflitte ad Andrea Agnelli e a Maurizio Arrivabene, ex presidente ed ex amministratore delegato della Juventus, colpiti da un’inibizione di due anni da qualsiasi attività professionale nel calcio italiano per il loro coinvolgimento nel caso plusvalenze relativo al club bianconero.

Questi sono i nodi su cui l’avvocato si è espresso, dopo il ricorso di Agnelli e Arrivabene al TAR del Lazio: la compatibilità di queste sanzioni con il diritto dell’Unione europea e i limiti dell’autonomia della giustizia sportiva. Secondo Spielmann, le norme europee sulla libera circolazione delle persone non impediscono l’applicazione di provvedimenti come un divieto biennale di operare nel calcio, a condizione che tali misure siano giustificate dalla tutela dell’integrità delle competizioni e fondate su criteri chiari, oggettivi, non discriminatori e proporzionati. Il punto più delicato riguarda però il ruolo dei giudici statali. Il TAR del Lazio, investito del ricorso degli ex dirigenti bianconeri, ha segnalato che l’ordinamento italiano non gli consente di annullare o sospendere le sanzioni disciplinari sportive, ma soltanto di riconoscere un eventuale risarcimento economico. Un limite che, secondo l’avvocato generale, non è compatibile con il diritto comunitario. In attesa della sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue, il parere dell’avvocato Spielmann (non vincolante, ma comunque in grado di offrire un chiaro indirizzo) potrebbe essere il grimaldello giuridico per uno scardinamento della giustizia sportiva come la conosciamo oggi. Ne è convinto Jean-Louis Dupont, avvocato che guida lo studio Dupont-Hisse, diventato celebre per la sentenza Bosman e per aver affiancato la Superlega di fronte all’Unione europea. Per ultimo, Dupont è stato il difensore dell’ex centrocampista Lassana Diarra nel procedimento contro la FIFA, passato anch’esso dal giudizio della Corte di Giustizia dell’Unione.

Dupont, inoltre, è il legale di Antonio Giraudo nella battaglia legale fra l’ex dirigente della Juventus, che è stato radiato dopo la nota vicenda di Calciopoli, e lo Stato italiano che nello specifico riguarda la legge 280 del 19 agosto del 2003 sulle disposizioni urgenti della giustizia sportiva. E proprio il recente giudizio espresso dall’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea sembra essere un perfetto assist. Queste le dichiarazioni riportate da Calcio&Finanza.

«L’opinione di Spielmann non è vincolante ma preannuncia la posizione della corte di giustizia europea – ha dichiarato l’avvocato Dupont a Il Giornale –. Infatti si afferma che quella normativa impedisce ai tribunali dello Stato di annullare le sanzioni disciplinari che sono state emesse dalla giustizia sportiva, così violando il diritto fondamentale rivolto a una tutela giurisdizionale che è garantito dal diritto dell’Unione Europea».

«Da vent’anni Giraudo chiede a tutti i tribunali italiani di sottoporre questioni pregiudiziali alla Corte di giustizia dell’Ue ma i tribunali hanno sistematicamente rifiutato di sottoporre tali questioni, hanno puntualmente messo il coperchio sulla pentola – ha continuato l’avvocato belga –. Giraudo chiede danni allo Stato, la sua è diventata un’azione legale proprio nei confronti di chi ha violato, con quella legge citata, le regole europee. L’avvocato Spielmann solleva seri dubbi sul fatto che gli organi disciplinari di FIGC e CONI possano essere considerati giurisdizioni in relazione al diritto europeo, è messa in discussione la loro imparzialità. Giraudo è stato giudicato e squalificato a vita in soli quindici giorni ma da vent’anni non gli è permesso di essere ascoltato da un giudice indipendente e imparziale così che l’Avvocatura invita la giustizia italiana a verificare la composizione degli organi disciplinari affinché non possano esserci dubbi sulla loro neutralità rispetto agli interessi in gioco».

Sul procedimento in corso fra Giraudo e lo Stato: «È un errore relativo alla legge 280. Si allarga a tutti i tesserati delle federazioni sportive, alla tutela dei loro diritti non in contrasto con quelli europei, come invece è accaduto». Proprio per questo il giudizio dell’avvocato della Corte Ue può cambiare il paradigma della giustizia sportiva italiana: «L’Avvocatura generale sostiene che il principio di “tutela giurisdizionale effettiva”, la legge 280 del 2003 impedisce ai tribunali italiani di annullare le sanzioni della giustizia sportiva sancito dall’articolo 19 del Trattato sull’Unione Europea (TUE) e dall’articolo 47 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, impone che i giudici nazionali debbano avere il potere non solo di concedere un risarcimento, ma anche di annullare le sanzioni illegittime e di concedere misure provvisorie, come la sospensione delle sanzioni stesse. Questo non è stato fatto nella vicenda Giraudo. Se non c’è tutela del diritto tutto il resto non conta».

In merito alla radiazione di Giraudo: «Si tratta di un mostro giuridico. Incide su diritti e libertà garantiti dai Trattati europei». Sul tavolo ci sono altre istanze simili, come quelle di Andrea Agnelli che ha utilizzato, per la propria azione legale, il dossier dei ricorsi presentati proprio dallo stesso Giraudo. «Il suo è un ricorso amministrativo nei confronti degli organi disciplinari sportivi. Il caso di Antonio Giraudo, dopo i vani tentativi di essere ascoltato dai tribunali ordinari, va oltre e si indirizza allo Stato, alla violazione dei diritti che si ritrova in quella famosa legge dell’agosto del 2003».

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