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Massimo Mauro sul mercato Juve: «David? Lo venderei, Kean è meglio. Chiesa da riprendere, se sta bene…»

Massimo Mauro sul mercato Juve: «David? Lo venderei, Kean è meglio. Chiesa da riprendere, se sta bene…». Le parole dell’ex bianconero
Massimo Mauro, ex centrocampista campione d’Italia e del mondo con la Juventus negli anni Ottanta, analizza il momento bianconero su La Gazzetta dello Sport. Al centro della sua disamina l’impatto di Luciano Spalletti e le strategie future del club.
STUPITO DALL’IMPATTO DI SPALLETTI – «Perché dovrei esserlo? Se c’era qualcuno che poteva migliorare la rosa e i risultati della Juventus, quello era Spalletti. Luciano non lo scopriamo oggi, è un tecnico che ha ottenuto risultati a tutte le latitudini. Soltanto con l’Italia ha fatto male, ma in Nazionale non si allena. E Spalletti ha bisogno di lavorare sul campo per trasmettere le sue idee. Alla Juventus lo sta dimostrando una volta di più».
LA MIGLIORE INTUIZIONE – «Luciano ha impiegato poco tempo a trovare una quadra e a individuare i 7-8 titolari. Sembra scontato, ma non lo è. Tudor e Thiago Motta, tanto per restare ai suoi predecessori, non c’erano riusciti. Spalletti vede cose diverse».
LA GESTIONE DI PISA – «Guardate cosa è successo a Pisa. In pochi avrebbero tolto Locatelli in quel momento della partita: invece Luciano ha sacrificato il capitano per il bene della squadra e riportato Koopmeiners più indietro per creare le condizioni migliori per l’ingresso di Zhegrova, che ha cambiato la partita con le sue giocate».
GENTILE HA DETTO CHE SPALLETTI SAREBBE PIACIUTO ALL’AVVOCATO – «Sicuramente. Ma sia chiara una cosa: la mentalità vincente della Juventus dei miei tempi non erano i capelli corti, ma andare in campo e vincere. Piuttosto nel dna del club c’è il fatto di essere solidi e di avere dei difensori forti. E con il rientro di Bremer la Juventus è messa benissimo. Non è un caso se con il brasiliano i bianconeri non perdono mai. Spalletti deve ripartire da Bremer e ispirarsi allo scudetto conquistato con il Napoli. Da quando guardo il calcio io, non ricordo un campionato vinto mostrando un gioco migliore. Nemmeno il Napoli di Maradona o il Milan di Sacchi erano così belli stilisticamente. La Juventus ha i giocatori per lottare per il titolo, ma non credo per vincerlo. La cattiveria degli ultimi successi di Inter e Napoli dimostra la ferocia che hanno queste due squadre, ancora nettamente favorite. Però…».
LE PROSSIME QUATTRO GARE – «Le prossime quattro giornate saranno decisive per misurare la Juventus. Storicamente i bianconeri contro le provinciali possono soffrire, ma poi vincono come a Pisa. Se Spalletti fa percorso netto contro Lecce, Sassuolo, Cremonese e Cagliari, beh a quel punto si potrebbero aprire anche nuovi scenari: dipende da quanti punti rosucchierà alle rivali. In ogni caso, sarebbe un segnale forte per il presente e per il futuro della Juventus stessa».
IL FUTURO DEL TECNICO – «Non puoi prendere Luciano per otto mesi, devi già costruire adesso il futuro insieme a lui. Basta scommesse, la Juventus non se le può permettere. Bisogna andare sul sicuro e Luciano è l’usato stragarantito. Guardiola è il numero uno al mondo, però non credo che se Spalletti avesse allenato le squadre di Pep avrebbe vinto molto meno».
IL MERCATO DI GENNAIO – «Se in estate sono arrivati gli scarti della Premier e della Liga, cosa si potrà mai acquistare a gennaio? Non vedo molto in giro: serve una “Spallettata” anche sul mercato, una bella invenzione. Palestra e Norton-Cuffy mi piacciono, però giocare nel Cagliari e nel Genoa è diverso: alla Juventus ci sono meno spazi per gli esterni. Chi si assume la responsabilità di fare mercato deve capire se questi due ragazzi possono ripetersi anche con la maglia bianconera e in un contesto tattico differente».
I DUBBI SUGLI ESTERNI – «Palestra è veramente forte, ma alla Juventus avrebbe tutto quel campo per correre? Il miglior colpo di gennaio sarebbe riavere Zhegrova al cento per cento fisicamente».
L’IPOTESI CHIESA – «Se sta bene, Chiesa è da top club e lo ha dimostrato tanto con la Juventus quanto con l’Italia. Federico è maturato in Inghilterra, conosce la Juventus e ha avuto Spalletti in Nazionale. Sicuramente non avrebbe problemi ad ambientarsi. Federico può giocare anche a destra e centravanti. Io venderei David: è un rapinatore d’area e mi sembra più da Barcellona che da Juventus. Sacrificherei il canadese per Chiesa».
IL RINNOVO DI YILDIZ – «Merita un contratto più importante e in linea con il suo ruolo, ma non è in scadenza e penso che se ne possa parlare anche a fine stagione. Kenan ha tutto per fare la storia della Juventus».
INCEDIBILE – «Un grande dirigente della Juventus del passato sosteneva che tutto ha un prezzo, infatti all’epoca si vendevano Vieri, Zidane… Adesso, però, se cedi Yildiz, non puoi comprare Buffon e Nedved. La Juventus deve tenersi stretto il suo dieci e tornare a investire nel settore giovanile. No, Yildiz non lo cederei nemmeno per cento milioni. Il futuro si costruisce partendo da lui, Bremer e dall’aggiunta di un portiere e di un centrocampista centrale di livello internazionale. Thuram ha un potenziale enorme, ma si deve svegliare: deve diventare più decisivo e dominante».
RIMPIANGE RABIOT – «No, più Kean».
KEAN – «Perché preferisco Kean a Openda e David. Chiaro, Rabiot ha uno spessore internazionale e farebbe sempre comodo».
IPOTESI LEWANDOWSKI – «No, basta… Adesso la Juventus ha bisogno di consistenza. Io una pazzia la farei soltanto per Tonali, anche perché è italiano. A Spalletti servirebbe un Bernardo Silva giovane. O meglio ancora Platini, che però resta unico e inimitabile. Non ne vedo in giro e temo sarà così per moltissimi anni. Michel non ha eguali, con lui accanto Yildiz dovrebbe rinunciare alla maglia numero dieci ma segnerebbe il doppio dei gol».
