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Eredità Gianni Agnelli: la Procura indaga su 35 quadri spariti all’estero. Inquirenti al lavoro per rintracciarli

Eredità Gianni Agnelli: la Procura indaga su 35 quadri spariti all’estero. Inquirenti sono al lavoro per rintracciarli, poi si passerà alla regolarizzazione
L’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli si arricchisce di un nuovo capitolo: la Procura di Roma ha deciso di estendere le indagini alla prestigiosa collezione d’arte di famiglia. L’obiettivo degli inquirenti è mappare gli spostamenti di decine di capolavori, firmati da maestri come Monet, Picasso e De Chirico, molti dei quali risultano attualmente irreperibili. La lista completa delle opere è protetta dal segreto istruttorio, ma la svolta decisiva riguarda il possibile procedimento di confisca che scatterà non appena i quadri verranno localizzati.
Il giallo delle opere all’estero
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’ipotesi investigativa principale è che le opere abbiano lasciato l’Italia anni fa, dirette probabilmente verso la Svizzera, senza la necessaria comunicazione al Ministero della Cultura. Sebbene i proprietari abbiano il diritto di trasferire i beni, la legge italiana obbliga a segnalare lo spostamento di oggetti di particolare pregio artistico; la mancata notifica rende la confisca un atto inevitabile. L’indagine, che ipotizza i reati di ricettazione ed esportazione illecita, nasce dalla battaglia legale tra Margherita Agnelli e i figli John, Lapo e Ginevra Elkann.
La collaborazione di Margherita e i quadri fantasma
Un elemento determinante è stata la cooperazione di Margherita Agnelli e del suo legale, Dario Trevisan, i quali hanno fornito una mole documentale composta da certificati, bolle e contratti assicurativi. Grazie a queste carte, è emersa l’esistenza di 22 dipinti inediti, che portano a 35 il totale dei quadri sotto i riflettori. Tra i 13 dipinti già citati nell’inventario testamentario, di molti si sono perse le tracce, mentre in alcuni casi sono state rinvenute solo delle copie, come per La scala degli addii di Balla o Mistero e malinconia di una strada di De Chirico.
Porti franchi e questioni ereditarie
Mentre per i quadri acquistati negli USA tra gli anni ’80 e ’90 e rimasti in Italia non sussistono rilievi penali, l’attenzione resta alta sulle opere svanite nel nulla. Il sospetto è che i capolavori siano transitati dai porti franchi elvetici per poi essere destinati alle residenze svizzere della famiglia. Gli inquirenti valutano diverse ipotesi sul motivo di tale trasferimento: dalla volontà di sottrarli al calcolo dell’eredità — come sostenuto dai legali di Margherita — a possibili finalità di natura fiscale. Al momento, la priorità assoluta resta il rintracciamento dei beni per permettere ai proprietari di regolarizzare la propria posizione.
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