Hanno Detto
Rocchi duro a Open VAR: «Se qualcuno non crede alla nostra buona fede, io domattina lascio…»

Rocchi a Open VAR ha analizzato attraverso queste parole gli episodi da moviola dubbi nell’ultimo turno di Serie A 2025/26
Nell’ultima puntata di Open Var su Dazn, Gianluca Rocchi, designatore degli arbitri di Serie A e Serie B, ha posato la lente d’ingrandimento sugli episodi da moviola avvenuti durante la 17ª giornata di campionato, che ha visto la Juve superare 2-0 il Pisa.
RIGORE MILAN-HELLAS VERONA – «Per noi è un rigore chiaro, al 100%. Molto bravo l’arbitro, tant’è che esce anche domenica, perché ha fatto un’ottima prestazione Fabbri. Questo è il rigore che, dato in campo, manda un grande messaggio: si può dare anche al VAR, ma a noi interessa che siano date in campo».
TORINO-CAGLIARI, IL MANCATO RIGORE – «Per noi questo è un calcio di rigore da assegnare, con ammonizione. C’è stato un doppio tipo di intervento, non visto dal VAR: quello successivo con la gamba, essendo avvenuto in area di rigore, sarebbe da rigore e giallo. Se fosse stato fuori area, come aveva fatto Doveri, sarebbe stata una decisione corretta. Purtroppo però l’errore nasce da un fuorigioco segnalato erroneamente, per noi era calcio da rigore ed ammonizione».
ROMA-GENOA, L’USCITA DI SVILAR – «Per noi è rigore, perché Svilar è in ritardo. Il fatto che cerchi il pallone e trovi l’avversario lo rende punibile. Mi rendo conto che non sia semplice, però a livello regolamentare e in base alle immagini qui manca un rigore».
UDINESE LAZIO – «Ci sono due tocchi di mano: il primo, a centrocampo, ha bisogno di un’analisi diversa. Non è colui che segna, va valutata solo la qualità del tocco di mano e in questo caso non è punibile. Nel caso di Davis, va considerato solo se c’è tocco o meno, perché segna lui. Il VAR all’inizio non si accorge se la tocchi: può sembrare superficialità, in realtà fa capire quanto tempo passi. E arriviamo all’immediatezza: se pensiamo al gol di Meister in Pisa-Fiorentina, passarono uno-due secondi, era immediato. In questo caso, dopo aver recuperato con un tocco di mano, il giocatore fa quattro dribbling: non può essere mai immediato. Il problema è che non c’è un parametro: se da fuori devo capire la decisione corretta, da arbitro dico che è una regola su cui va fatta chiarezza, perché poi alle persone dobbiamo dare risposte il più oggettive possibile. Oggi questo avverbio, immediatamente, ci mette in difficoltà, e io ai ragazzi non posso dire che hanno sbagliato: se vado a vedere l’immediatezza, in questo caso non c’è. La decisione che prendono, anche a fatica, e questo dimostra buona fede, è che da una parte hanno un istinto e dall’altra un regolamento che li obbliga a una certa scelta».
LA DIFESA DELLA BUONA FEDE – «Non entro in argomenti politici. Io ho detto una cosa a tutti, sia a Simonelli sia a Gravina: se qualcuno non crede alla nostra buona fede, io domattina lascio. Su questo non si transige, se qualcuno pensa che non siamo onesti intellettualmente. Noi cerchiamo di fare meno errori possibili, è chiaro che un episodio del genere ti metta in difficoltà anche a spiegarlo. Poi però devi essere lucido, ti confronti, se la decisione è corretta spieghi perché è stata presa in quel modo il nostro obiettivo non sia creare meno errori possibili. Poi se uno non ci vuole credere, non è più un problema mio».
L’INTERVISTA COMPLETA DI ROCCHI A OPEN VAR
