Amoruso critico: «Spalletti? Mi aspettavo molto di più»
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Amoruso critico sulla Juventus: «Spalletti? Mi aspettavo molto di più: non c’è un collettivo vero». Poi le parole a sorpresa sull’esonero di Tudor

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Amoruso analizza la crisi bianconera: mentalità e filosofia sparite. L’ex attaccante non vede un progetto chiaro e lamenta il divario con le altre big

Nicola Amoruso, ex attaccante bianconero, ha espresso un giudizio severo e dettagliato sulla situazione attuale della Juventus ai microfoni di “Derbyderbyderby”. La sua analisi si concentra sulla mancanza di una filosofia chiara e di un’ossatura forte che aveva caratterizzato la squadra nei suoi anni.

Amoruso ha sostenuto che la Juventus ha subito un cambiamento radicale sotto tutti i punti di vista, inclusi mentalità e ambizioni, ammettendo di non riuscire a vedere una progettualità definita o i valori profondi che hanno sempre contraddistinto il club. Secondo lui, le difficoltà attuali sono il risultato di scelte sbagliate accumulate negli anni.

L’ex attaccante ha puntato il dito in particolare contro il centrocampo, definendolo il reparto più carente e non all’altezza di una squadra che vuole vincere. Amoruso ha lamentato la presenza di troppa quantità e scarsa qualità, sottolineando che mancano i giocatori in grado di dare ritmo, idee e geometrie. Per rendersi pericolosa, la squadra è costretta ad affidarsi quasi esclusivamente alle giocate individuali di talenti come Yildiz e Conceicao.

Amoruso netto sull’esonero di Tudor e il confronto con l’Inter

Riguardo all’attacco, Amoruso ha difeso i singoli come David e Openda, sostenendo che la loro difficoltà non dipende solo da loro, ma dalla mancanza di continuità nel loro impiego. Un attaccante, a suo avviso, ha bisogno di giocare diverse partite consecutive per ritrovare il feeling con il gol.

Amoruso ha espresso dubbi anche sulle decisioni tecniche. Ha definito l’esonero di Igor Tudor come prematuro e non meritato, arrivato proprio in un momento in cui l’allenatore avrebbe potuto dare continuità alle sue idee. Su Luciano Spalletti, ha ammesso di essersi aspettato molto di più. Nonostante l’esperienza e il coraggio del tecnico, la squadra manca di fluidità e di una direzione precisa, come se fosse ancora in cerca della formula ideale.

Infine, l’ex attaccante ha sottolineato il netto divario di qualità tra la rosa della Juventus e quella dell’Inter, arrivando a dire che, in termini di caratteristiche e personalità, solo Yildiz potrebbe trovare spazio nella formazione nerazzurra, un fatto che rende evidente quanto pesino le scelte poco lungimiranti fatte dal club.

NICOLA AMORUSO – «In casa Juventus è cambiato davvero tanto, sotto tutti i punti di vista. Sono cambiate le ambizioni, è cambiata la mentalità, è cambiata la struttura stessa della squadra. Oggi la Juve è totalmente diversa rispetto a quella in cui ho giocato io. All’epoca esisteva un’ossatura molto forte, fatta di campioni italiani e stranieri che davano identità, carattere, continuità. C’era una filosofia precisa, riconoscibile. Oggi questa filosofia non la vedo più. Non c’è un’idea chiara, non c’è un progetto definito. E non so davvero quando potremo rivedere una Juventus dotata di quei valori profondi che l’hanno sempre contraddistinta nella storia. La difficoltà che vediamo oggi nasce da scelte sbagliate che si sono sommate negli anni. La squadra ha problemi strutturali evidenti e, per come la vedo io, il reparto più carente è il centrocampo. Non è un centrocampo da squadra che vuole vincere: vedo tanta quantità, tanta corsa, ma molto poca qualità. La Juventus è sempre stata abituata ad avere giocatori in mezzo al campo che sapevano determinare le partite, che davano ritmo, idee, geometrie. Oggi questo manca. La squadra, per essere pericolosa, deve affidarsi quasi esclusivamente alle giocate dei singoli: Yildız, Conceicao, qualche spunto individuale. Non c’è un collettivo vero, non c’è una qualità di squadra. E questo è il limite più grande. L’esonero di Tudor? L’ho trovato un esonero prematuro, sinceramente non meritato. È stato mandato via proprio nel momento in cui stavano arrivando partite più abbordabili, che gli avrebbero permesso di dare continuità, di esprimere le sue idee e forse di sistemare qualcosa. Così invece non ha avuto nemmeno il tempo di incidere. Mi è sembrata una decisione affrettata e non in linea con la necessità della Juve di ricostruire con calma. Spalletti? Mi aspettavo molto di più. Spalletti è un allenatore che ha idee, esperienza, coraggio, ma non è ancora riuscito a trovare la chiave giusta. La squadra non ha una direzione precisa, manca fluidità, manca identità. È come se stesse cercando ancora la formula ideale, ma a questo punto del percorso è un problema. Le difficoltà in attacco? Alla Juve manca una cosa fondamentale: la continuità. David e Openda, ad esempio, sono attaccanti che nelle ultime annate hanno dimostrato di essere efficaci, ma alla Juve non viene data loro fiducia a lungo termine. L’attaccante ha bisogno di giocare 5-6 partite consecutive, di sbagliare, di riprovare, di trovare il tempo giusto. Se non succede, è normale che facciano fatica. La Juve oggi non crea molto, non costruisce tante occasioni, e quindi dare la colpa solo agli attaccanti è ingiusto. Se David giocasse sei partite di fila, vedremmo un giocatore completamente diverso. In questa Juve qualsiasi attaccante avrebbe difficoltà. Il divario della Juve con le altre big? Se guardo la rosa dell’Inter e guardo quella della Juventus, la differenza è molto netta. Mi viene da dire che, per caratteristiche, per personalità e per qualità, forse soltanto Yıldız potrebbe trovare spazio nell’Inter attuale. Questo ti fa capire quanto la Juve debba lavorare e quanto siano pesate alcune scelte poco lungimiranti».

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