Analisi tattica Genoa Juve: il match di Serie A ai raggi X
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Analisi tattica Genoa-Juve: il match di Serie A ai raggi X

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Analisi tattica Genoa-Juve: la partita di Marassi analizzata nei dettagli. Le mosse di Andrea Pirlo e Rolando Maran

Un po’ troppa sterilità

(Di Jacopo AzzolinI) La Juve, schierata con il 3-5-2 in fase di possesso, è stata brava a vincere una gara che si stava complicando molto. Se in questa stagione abbiamo spesso visto i bianconeri creare nette occasioni da rete in gare globalmente negative, questa sera è avvenuto il contrario. La Juventus ha schiacciato costantemente il Genoa, riuscendo a stare alta come vuole Pilro: il contropressing e la riconquista hanno funzionato bene, i padroni di casa non riuscivano a risalire.

La mole di gioco ha però prodotto poco per ampie fasi del match, con la Juve che non riusciva a perforare il bunker di un Genoa molto solido, che si è difeso bassissimo.

Circolazione troppo lenta

Nonostante l’assenza di una vera prima punta come Morata, i bianconeri non hanno avuto problemi nel riempimento dell’area (uno dei principali difetti dell’anno scorso). Con Dybala e Ronaldo che svariavano molto, McKennie, Rabiot e Chiesa erano piuttosto bravi nel compensare i movimenti delle punte quando queste si allontanavano dal centro dell’attacco. L’americano in particolare, ne avevamo scritto, è determinante in queste situazioni: a volte sembrava lui la prima punta della Juve.

Proprio McKennie ha confezionato l’assist per Dybala, creando ottimamente lo spazio per il compagno in una delle rare volte in cui i bianconeri hanno mosso la struttura difensiva rivale.

Il problema è che, per larghe fasi del match, la circolazione della palla è stata troppo piatta e imprecisa. La Juve arrivava bene in zona di rifinitura (da segnalare un Bentancur che ha verticalizzato con costanza), ma poi mancava la velocità necessaria per mettere l’uomo in porta. Come detto, la squadra era poco incisiva negli ultimi metri, con un Dybala opaco e cross spesso imprecisi.

Un po’ deludente l’interpretazione di Alex Sandro: con il Genoa bassissimo, era pressoché inutile tenere 3 centrali bloccati dietro, sarebbe stato più utile che uno di loro si sganciasse in avanti e aiutasse la manovra offensivo. L’ex Porto, che in fase di possesso faceva il terzo di sinistra, si è invece sovrapposto in poche circostanze, rimanendo troppo arretrato.

La Juve resta alta

Ad ogni modo, il forcing della Juve ha pagato. Gli errori del Genoa non sono stati casuali, ma causati dal furioso contropressing della squadra, che come dice Pirlo deve abituarsi a recuperare palla non appena la si perde: un qualcosa che sfianca gli avversari e li induce poi allo svarione, come appunto avvenuto questa sera. Dopo 75′ di assedio, Rovella è stato poco lucido su Cuadrado, causando un rigore evitabile.

Insomma, non tutto ha funzionato al meglio: abbiamo visto la solita rilassatezza eccessiva dopo il gol di vantaggio (vedasi il gol di Sturaro), con diversi giocatori (Ronaldo su tutti, che ha sbagliato molto) parecchio imprecisi. Perlomeno, la Juve sta iniziando ad avere finalmente continuità di risultati e a mostrare più intensità nel corso dei 90′, schiacciando gli avversari. Inoltre, dopo il derby i bianconeri hanno vinto un’altra gara che si era complicata: sono questi i successi “sporchi” che a fine anno portano titoli. Dopo la strigliata di Pirlo post Benevento, è un aspetto importante da sottolineare.

 

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