News
Analisi tattica Porto Juve: la manovra è lenta, Bentancur soffre molto

Analisi tattica Porto Juve: la partita del Do Dragao analizzata nei dettagli. Le mosse di Andrea Pirlo e Sergio Conceiçao
La lentezza della Juve
In pochi si aspettavano un simile risultato contro un Porto in enorme difficoltà, che nel campionato lusitano è distante ben 10 punti dalla capolista Sporting. Invece, il punteggio finale è stata forse la notizia meno lieta della trasferta del Do Dragao, visto che la prestazione della Juve è stata disastrosa a 360°. Particolarmente deludente, dopo la brutta gara di Napoli, è stato l’approccio, con la Juve che è scesa fiacca e molle in campo.
Delle tante cose che non hanno funzionato, il gol regalato in avvio ne é stato il preludio. Nonostante l’assenza di Arthur, ossia il metronomo della manovra bianconera (un maestro nella resistenza al pressing), la Juve ha scelto di palleggiare dentro la propria area di rigore. La casualità è stata che il gol subito sia avvenuto così tardi in stagione: purtroppo, quando deve fare uscire la squadra da dietro, Bentancur è molto inaffidabile nel giocare sotto pressione, tende a fare troppi errori e a perde palle sanguinose. Lo si è visto anche a Oporto.
Al netto dell’errore iniziale, la Juve è stata ancora una volta lenta e poco intensa nella circolazione, esattamente come visto a Napoli. Pirlo, nel post gara, ha detto infatti che ci sono stati troppi tocchi nella circolazione: considerando che il Porto è molto bravo a chiudersi, i bianconeri dovevano essere bravi nell’allargare le maglie rivali, facendo girare il pallone da un lato all’altro del campo.
La Juve fatica a tirare in porta
Il possesso bianconero è però stato sterile e perimetrale, si faticava nel concludere in modo pericoloso dentro l’area di rigore: anzi, la Juve era costretta a forzare il tiro da lontano.
L'alta percentuale di passaggi completati dai centrali è un'ulteriore indicazione delle difficoltà della Juve in fase di possesso.
Il 44% dei passaggi completati a Oporto sono passati per i piedi di De Ligt, Danilo, Chiellini e Demiral. pic.twitter.com/SRcb71la8y
— Calcio Datato (@CalcioDatato) February 17, 2021
Non a caso, come riporta Calcio Datato, il grosso dei passaggi coinvolgeva i difensori. Un qualcosa che dimostra come la Juve facesse a imbeccare i propri attaccanti in situazioni pericolose. La squadra era ferma e la palla girava lentamente.
Kulusevski ha vagato per il campo senza sapere che fare, spesso costretto a un gioco spalle spalle alla porta che ha enfatizzato le sue difficoltà in spazi stretti. McKennie era costretto ad aprirsi in zone del campo dove non poteva fare la differenza, mentre la palla arrivava troppo lentamente ad Alex Sandro. La Juve ha provato tante volte il cambio di gioco sul brasiliano, ma lo ha fatto spesso male, con tanti passaggi sbagliati. Soprattutto nel primo tempo, dove Bentancur, Rabiot e Chiellini hanno disputato una brutta prestazione in fase di possesso.
Per quanto non abbia avuto un impatto top, va detto che con Morata i bianconeri hanno acquisito più senso. C’era maggiore presenza offensiva al centro dell’attacco e più capacità di aggredire la profondità. Considerando che il Porto si difende basso, sarà difficile fare a meno di lui nel match di ritorno: oltre a un giro palla pessimo, l’area di rigore era spesso vuota.
Poca intensità difensiva
Oltre agli enormi problemi nella circolazione, non si può tacere sulla scarsa intensità difensiva mostrata dalla Juve. L’approccio al secondo tempo è indicativo: il Porto, una squadra senza grandi valori tecnici, è letteralmente entrato in porta con il pallone, nonostante dentro l’area ci fosse una situazione di 7 vs 3.
Per tutta la ripresa, la Juve è poi stata fragile e lunga a palla persa: il Porto ha incontrato tanti spazi centrali in ripartenza, con i bianconeri che concedevano molto tra le linee. Tant’è che Szczesny, al 52′ ha evitato il 3-0 che forse avrebbe chiuso la partita su una conduzione indisturbata di Oliveira in campo aperto.
Insomma, un’ampia distanza tra i reparti che fotografa bene le poche certezze tattiche della Juve di Pirlo. A Oporto i bianconeri hanno forse offerto il punto più basso della stagione, con una prestazione pessima in entrambe le fasi di gioco che mette in dubbio una qualificazione che sembrava abbordabile. Il gol di Chiesa tiene in vita una Juve che ha replicato la brutta prestazione vista a Napoli.
