Bergomi sulla Juve: «Un po’ di mancanza di personalità»
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Hanno Detto

Bergomi individua il problema della Juventus: «Questa squadra ha un po’ di mancanza di personalità nel prendere in mano la partita». Poi dice questo su Yildiz!

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Bergomi, ex difensore ed ora opinionista, si è espresso così a proposito del momento vissuto dalla Juve dopo il pareggio con la Fiorentina

Il pareggio di Firenze (1-1) ha allungato la striscia positiva della Juventus, ma non ha cancellato i dubbi sulla reale consistenza della squadra. A prendere la parola nel post-partita è stato Beppe Bergomi. L’ex capitano dell’Inter e voce storica di Sky Sport, intervenuto durante la trasmissione Sky Calcio Club, ha analizzato con lucidità il momento dei bianconeri, individuando vecchi difetti strutturali e nuove risorse.

La tattica: continuità nella difesa a tre e il “caso” Yildiz

Secondo Bergomi, la mano di Luciano Spalletti si vede nella gestione del gruppo, ma non ancora in uno stravolgimento tattico radicale. “La struttura è sempre quella“, ha osservato lo “Zio”, sottolineando come la squadra continui a schierarsi con la difesa a tre e gli esterni, in continuità con il passato recente.

Il focus dell’analisi si è spostato poi su Kenan Yildiz. Il fantasista turco è al centro dell’esperimento tattico del mister, che lo vuole più coinvolto nel vivo del gioco. “Vorrebbe vedere Yildiz un po’ più dentro al campo“, ha spiegato Bergomi, notando però le difficoltà del ragazzo al “Franchi”: “Anche a Firenze gioca dentro al campo ma non fa una buona partita. Continua ad avere questo tipo di problematiche“.

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Il problema mentale: “Non prendono in mano la partita”

Ma la critica più severa riguarda l’atteggiamento. Per Bergomi, il limite della Vecchia Signora è caratteriale: “Questa squadra ha un po’ di mancanza di personalità nel prendere in mano la partita“. Non si tratta di subire passivamente (“Non è che la schiacciano”), ma di mancanza di quel “killer instinct” necessario per comandare il gioco e finalizzare l’azione.

La nota lieta: Kostić ritrovato

In questo scenario di chiaroscuri, Bergomi salva la credibilità di Spalletti (Penso che lo seguano“) e individua un protagonista inatteso: Filip Kostic. L’esterno serbo, autore del gol a Firenze, è l’esempio della rinascita: “Diventano importanti determinati giocatori, mi viene in mente Kostic più di altri che magari erano fuori dal progetto“. La Juve riparte da lui, ma per Bergomi serve più coraggio.

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