Hanno Detto
Capuano avverte: «Molti tifosi addossano a Elkann le responsabilità di questa fase storica della Juve e hanno ragione, ma devono considerare questo»

Capuano riconosce le ragioni del popolo bianconero sui numeri ma mette in guardia dai rischi di un addio di Exor senza vere alternative
Il dibattito sul futuro societario della Juventus è più vivo che mai, alimentato da una parte della tifoseria che identifica in John Elkann il principale responsabile dell’attuale ridimensionamento, o quantomeno del “basso profilo” mantenuto dal club. È un sentimento che ciclicamente ritorna, simile a quanto vissuto nel periodo post-Calciopoli e pre-Andrea Agnelli, in cui la gestione finanziaria sembrava prevalere sulle ambizioni sportive. Il malcontento non è ingiustificato: i sostenitori bianconeri, abituati a dominare in Italia e a competere ad armi pari in Europa, faticano a digerire una fase storica fatta di sostenibilità, tagli e mercati creativi piuttosto che di colpi faraonici.
Tuttavia, nel valutare l’ipotesi di una cessione della Juventus, occorre un grande equilibrio per non cadere in facili illusioni. Il giornalista Giovanni Capuano, tramite il suo profilo X, ha offerto una lettura lucida e per certi versi impopolare della situazione. Se da un lato è innegabile che i “numeri alla mano” diano ragione ai tifosi — certificando un calo di competitività e investimenti rispetto all’era d’oro dei nove scudetti — dall’altro lato esiste un rischio concreto nel desiderare il cambiamento a tutti i costi. L’idea che là fuori ci sia la fila di magnati pronti a rilevare il club per spendere senza limiti e ripianare ogni perdita è, appunto, illusoria.
CAPUANO – «Tanti tifosi della #Juventus addossano ad #Elkann la responsabilità per il basso profilo del club in questa fase storica (e dopo Calciopoli, prima che arrivasse Andrea Agnelli). Numeri alla mano, non solo di campo, hanno ragione. Ma pensare che esista una proprietà più solida e che interviene senza badare a spese per rilanciare ogni volta è illusorio. Dunque, risulta pericoloso anche augurarsi che Elkann se ne vada a prescindere da chi arriva dopo.»
La solidità di Exor, pur con le sue rigide linee guida attuali, rappresenta una garanzia che pochissime altre proprietà nel calcio mondiale possono offrire. In un panorama calcistico dominato da fondi speculativi, debiti ristrutturati e proprietà volatili (le vicende di Milan e Inter insegnano), abbandonare la certezza della famiglia Agnelli-Elkann per l’ignoto potrebbe rivelarsi un azzardo pericolosissimo.
Il monito è chiaro: la frustrazione per il presente non deve offuscare la vista sul futuro. Augurarsi che Elkann se ne vada “a prescindere” significa accettare il rischio di finire in mani meno sicure, dove la continuità aziendale non è scontata. La sfida vera, forse, non è cambiare proprietà, ma trovare il modo di coniugare la necessaria sostenibilità economica imposta da Exor con la natura vincente che il marchio Juventus impone.
