Cessione Juventus, spunta un retroscena degli scorsi mesi
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Cessione Juventus, il retroscena degli scorsi mesi: ci ha provato anche un principe saudita! Cosa sappiamo e i possibili scenari per il futuro

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Cessione Juventus, i dettagli del corteggiamento saudita alla Vecchia Signora tra ambizioni globali e l’inserimento a sorpresa di Tether

L’interesse del Medio Oriente per il calcio europeo non è certo una novità dell’ultima ora, ma quando si muove in prima persona una figura del calibro di Mohammed Bin Salman, lo scenario cambia drasticamente di peso specifico. Il Principe ereditario dell’Arabia Saudita, nonché presidente del Public Investment Fund (PIF), ha messo da tempo la Juventus nel mirino, considerandola non solo una squadra di calcio, ma un vero e proprio gioiello da incastonare nella corona. Nonostante le smentite di rito e la posizione ferma di John Elkann nel voler mantenere il controllo tramite Exor, le sirene arabe continuano a suonare con un’insistenza che difficilmente può essere ignorata a lungo termine.

La strategia di Bin Salman è chiara e potente: acquisire brand storici e iconici per legittimare il posizionamento dell’Arabia Saudita come nuovo centro nevralgico dello sport mondiale. La Juventus, con il suo secolo di storia legata alla famiglia Agnelli e il suo appeal globale, rappresenta il trofeo ideale. L’acquisizione del club bianconero avrebbe potuto portare immediatamente il fondo saudita nell’élite del calcio che conta, garantendo una visibilità e un prestigio che poche altre società al mondo possono offrire. Gli emissari del principe hanno lavorato ai fianchi della dirigenza torinese, prospettando scenari di investimenti faraonici capaci di azzerare i problemi di bilancio e rilanciare la squadra verso vette tecniche inesplorate.

Tuttavia, la partita per il controllo o per l’ingresso nell’azionariato della società non si gioca solo sull’asse Torino-Riad. La concorrenza per mettere le mani su un asset così prestigioso è spietata e trasversale. Proprio in questo contesto di grandi manovre, non va dimenticato un passaggio cruciale avvenuto nelle ultime ore: nella serata di ieri, infatti, è arrivata un’offerta concreta di Tether. Il gigante delle stablecoin ha rotto gli indugi, presentando una proposta tangibile che ha scosso l’ambiente. Questo inserimento dimostra come la Juventus sia diventata terreno di scontro tra la vecchia finanza, i petrodollari e la nuova economia digitale.

Se da un lato Mohammed Bin Salman può mettere sul piatto la forza politica e risorse statali pressoché infinite, dall’altro l’offensiva di Tether segnala che il mercato valuta il club bianconero come un asset strategico per il futuro. La presenza di un’offerta reale sul tavolo complica i piani sauditi o, forse, potrebbe accelerarli, costringendo il principe a una mossa decisiva per non farsi anticipare. La sensazione è che la Continassa, come riportato dal Corriere dello Sport, sia al centro di un vortice finanziario internazionale dove, al di là della volontà di non vendere dichiarata da Elkann, le cifre e gli attori in gioco stanno diventando troppo grandi per essere gestiti con le logiche del passato.

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