Conferenza stampa Allegri: «Con il Chelsea servirà emozione»
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Conferenza stampa Allegri: «Con il Chelsea servirà emozione»

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Conferenza stampa Allegri: le parole alla vigilia di Juve Chelsea, sfida valida per la 2ª giornata della fase a gironi di Champions League

(inviato all’Allianz Stadium) – Dopo la convincente vittoria all’esordio contro il Malmoe, la Juve affronta il Chelsea nella seconda giornata della fase a gironi di Champions League.

Nel giorno di vigilia, martedì 28 settembre, Massimiliano Allegri interviene in conferenza stampa alle 19 presso l’Allianz Stadium insieme ad un giocatore per presentare l’incontro davanti ai media. Juventusnews24 segue LIVE le sue parole.


ATTACCO – «Ho un po’ di idee confuse. A parte gli scherzi deciderò domani mattina. A parte Ramsey sono tutti a disposizione. Domani ci vuole una partita tecnica contro una squadra fisica e solida. Tuchel ha fatto un grande lavoro. Sono forti in contropiede e su palle inattive. Sarà un bel test sulle palle inattive. Magari riusciamo a non prendere gol. Ma sarà una partita difficile in cui dovremo essere calmi».

DIFESA A TRE – «È il primo dubbio, ma come ho spiegato dipende da quando hai la palla».

CHI GIOCA DAVANTI – «Abbiamo giocatori con caratteristiche diverse, l’unica punta vera è Kean. Cercherò di metterne due o tre davanti a seconda delle caratteristiche».

BERNARDESCHI – «Bernardeschi ha ottime potenzialità inespresse. Ha un motore talmente importante, ma ogni tanto gioca un po’ da fantasista. Ma lui deve fare una partita di sostanza, arriva al tiro in un certo modo e attacca l’area in un certo modo. Con Sampdoria e Spezia ha fatto bene, ma tutto parte dalla testa. Serve cattiveria quando hai la palla. Rabiot è a disposizione».

TRE TITOLARI – «Szczesny, Locatelli e Alex Sandro».

GIOVANI – «Non sono giovani, ce ne sono alcuni con meno esperienza internazionale. Domani voglio vedere una squadra che gioca tecnicamente bene. Ci vuole pazienza ma bisogna divertirsi a giocare queste partite, che è naturale. Ma sappiamo che abbiamo di fronte una squadra che se sbagli ti punisce. Voi mi direte che è successo anche in Italia e avete ragione».

RABIOT – «Adrien sulla falsa riga di Bernardeschi. I giocatori alla Juve sono tutti tecnicamente validi. La differenza passa in quello che hai nella testa, dall’obiettivo personale al servizio della squadra alla voglia di mettersi in discussione e migliorarsi. Conta la  cattiveria che hai nel tirare in porta, nell’allenarti, nel passare il pallone. A volte manca un pezzetto. Io fossi in lui sarei arrabbiato. Ha fatto 10 gol in due anni in Italia, non esiste. Sono tutte cose che deve migliorare e credo che quest’anno lo farà».

ARTHUR – «È ancora molto indietro, abbiamo fatto dei test fisici. Nella sosta giocheremo due amichevoli per metterlo nelle migliori condizioni e per far giocare chi lo ha fatto di meno».

DANILO – «Gioca. Più avanti? Non lo so».

BENTANCUR – «È cresciuto molto, domenica poteva fare gol tenendo basso il pallone e invece ha fatto una grande parata Audero. Da solo non può fare la regia di una squadra, Locatelli gli dà una mano. Si danno una mano a vicenda perché non possono farlo da soli in questo momento».

KEAN – «Non deve avere responsabilità. Deve giocare e fare gol che è una cosa che fa meravigliosamente bene. Calcia bene davanti alla porta, chiude bene le azioni, attacca bene la profondità. Deve migliorare nel giocare con la squadra. Ma per l’età che ha ha già una buona esperienza».

CHIESA – «Mi aspetto quello che sta facendo ora e ancora meglio. Per fare un’annata come quella dell’anno scorso… Non era semplice. Fare un Europeo in cui ha segnato gol decisivi lo ha messo nella condizione che tutti si aspettano di più. La crescita si è accorciata, per lui quest’anno è importante e più difficile. Deve imparare tante cose».

ATTEGGIAMENTO – «Bisogna dare pressione giusta ma allo stesso tempo bisogna giocare bene con più passaggi fatti meglio. Non puoi giocare 90 minuti in pressione sull’avversario. Devi respirare per poi recuperare subito».

PREMIO CHAMPIONS – «Ce l’ho. È un’ambizione, un desiderio di vincere. È quello che ti porta a fare cose straordinarie. Domani giochiamo con i campioni, sarà una serata magnifica. Serve l’emozione di giocare queste partite per fare cose straordinarie. Solo così puoi arrivare in cima. Se ti poni l’obiettivo di passare il girone e poi vediamo… Nulla. Il nostro desiderio è arrivare in finale. Poi non so se ci arriveremo, uguale allo scudetto. È questo che fa la differenza in una grande squadra. Poi non si può vincere tutti gli anni, vincere è una cosa straordinaria. Ma è quello il desiderio che dobbiamo avere».

PREMIER LEAGUE – «Non so se è più bello, è diverso. C’è un’atmosfera e una cultura diversa. Io non ho mai allenato lì. Ma da racconti e partite si sente. In Inghilterra non si tifa contro gli altri: è una cosa culturale. Si assiste allo spettacolo e si incitano i propri giocatori. In Italia è diverso. Così come in Spagna e Germania. Poi che loro abbiamo più risorse economiche è un dato di fatto. La Premier la vendono a 3 miliardi e 6. Il rapporto è uno a tre. Non dobbiamo diventare qualcun altro: noi siamo l’Italia. Poi sicuramente dobbiamo migliorare. Poi quando sento dire “bella partita” mi domande bella quale? Alcune belle partite finiscono 0-0. Poi post Covid le cose sono cambiate: può essere che sia cambiato il calcio. Ma lo valuteremo tra un anno. Giocare senza tifosi ti dà meno pressioni, nemmeno la pentola. Ti devi riabituare. Ci sono pochi dati che possano confermare questa cosa. A marzo quando i punti pesano voglio capire. Spero ci saranno gli stadi vuoti e sarà un’altra cosa. In Italia ci vuole calma nell’analizzare giocatori e partite».

 

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