Conferenza stampa Spalletti pre Juve Pafos: le dichiarazioni
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Conferenza stampa Spalletti pre Juve Pafos: «Mi fan sentire sull’ottovolante. Ho le stesse certezze di quando ho accettato di venire qui. Bremer e Rugani vengono in panchina»

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Conferenza stampa Spalletti pre Juve Pafos: le sue dichiarazioni alla vigilia del sesto match di Champions League 2025/26

(inviato all’Allianz Stadium) Per rimanere agganciata al treno playoff di Champions League, la Juve ha bisogno di continuità. Dopo aver vinto il primo match contro il Bodo Glimt, ora i bianconeri – a quota 6 punti – vogliono centrare il secondo successo di fila in Europa anche contro il Pafos. LA CONFERENZA STAMPA DI KALULU ALLA VIGILIA DI JUVE PAFOS

Nel giorno di vigilia, martedì 9 dicembre, Luciano Spalletti è intervenuto in conferenza stampa alle 17 per presentare il match davanti ai media. Juventusnews24 ha seguito LIVE le sue parole.


JUVE PAFOS – «Il Pafos è una squadra tosta, ha molti brasiliani e portoghesi che san giocare a calcio. Ha fatto brutta figura solo col Bayern, poi ha preso pochissimi gol nonostante abbia disputato partite di alto livello perché ha avuto avversari top. Da un punto di vista fisico sono tignosi, vogliosi di metterla su livello individuale, ti vengono addosso forte, usano le mani, ogni contrasto sarà una storia. Vincendo quel contrasto lì possono determinare la partita. Hanno organizzazione sui calci piazzati, nei due uomini sotto punta hanno qualità da vendere. Dobbiamo essere bravi a non subire ripartenze perché loro ti vengono addosso provando a intimorirti. Dobbiamo fare attenzione, sia in conduzione per forzare la linea difensiva e non perdere palle facili, sia nelle preventive per essere sui riferimenti in modo corretto e non subire ripartenze».

SI ASPETTAVA DI INCIDERE PRIMA SULL’ATTACCO – «I numeri sono quelli non desiderati al momento, per risultati e individualità. Ora ho più conoscenza dei calciatori a disposizione, questo per me è fondamentale. Vedo che sono migliorate alcune cose poi. Non siamo bravi a ripeterle spesso dentro la partita. Dobbiamo riconoscerle di più come detto in precedenza e dobbiamo farne di più. Io gli ho visto fare belle giocate ai nostri attaccanti. Sul gol di domenica significa che ce le abbiamo quelle robe lì, l’essenziale è riproporle più spesso».

HA FIDUCIA NELLA SQUADRA E SE SI ASPETTAVA QUESTE DIFFICOLTA’ – «Io ho le stesse intenzioni, certezze, di quando ho accettato di venire a fare l’allenatore della Juventus. Li vedo migliorare in allenamento. Più li vedo e più ho a che fare e più mi arrabbio e mi tranquillizzo allo stesso momento. Mi fan sentire sull’ottovolante. Vedi una cosa ormai presa e che si farà, poi si va ad annullarla e ripartire da capo. Ma a me non cambia niente e non cambierà in futuro, non cambierò da un risultato. Le cose si affrontano: si troverà una spiegazione da quello che è avvenuto per prevedere ciò che sarà».

THURAM – «È un calciatore forte, top, ha messo fisicità anche domenica. È forte di testa, ha lo strappo, crea spazi per la squadra. A me Thuram piace totalmente. Chiaro che in alcuni momenti durante la partita si hanno momenti migliori e peggiori, ma per a Napoli ha disputato una buona partita».

BREMER E RUGANI – «Anche io son qui che li aspetto a braccia aperte. Domani saranno convocati e andranno in panchina. Non so se saranno della partita. Rugani ha avuto un periodo meno lungo di Bremer ma è da vedere. Domani loro si alleneranno, entreranno 10 minuti se la squadra avrà bisogno e poi si vedrà i discorsi che diceva lei (passaggio alla difesa a 4 ndr)».

PUNGOLA I GIOCATORI – «Su Yildiz l’aveva capita male o l’ho detta male io ma la ringrazio per sottolineare cosa volevo intendere. C’è ancora molto del potenziale che voi non avete ancora visto, l’intenzione è quella lì. Ce la sta mettendo tutta e cresce di partita in partita ma ha margini di miglioramento incredibili. Sono le stesse cose che dicevo a Kvara quando l’ho conosciuto. Può diventare un calciatore di livello super top. In allenamento però si vedono molte più cose…Ha quella potenzialità lì, quel gol di domenica in cui è andato a far gol quasi dalla linea di fondo. Senza attaccanti? Non era per pungolarli, volevo vincere la partita. Io sono andato a giocare in quella maniera lì perché ero convinto fosse il sistema giusto. Non ho avuto il risultato che volevo, ho responsabilità perché non li ho messi in condizione con le mie scelte di dare il meglio, li ho danneggiati. Si è perso, abbiamo perso 113 palloni e la partita l’hanno condotta loro e per noi è stato più difficile. A Yildiz e Conceicao avevo regalato la possibilità di fare meno corse all’indietro, non ci sono riuscito ma per me è stata un’esperienza dolorosissima. Siccome dovevo prevedere che non si potesse riuscire e gli ho creato una difficoltà. Nel secondo tempo si è vista un’energia diversa, un equilibrio diverso, avevamo portato la partita in controllo nella ripresa ma poi l’abbiamo persa».

CONOSCE DI PIU’ LA SQUADRA – «Ora la conosco un po’ di più ma averli tutti per fare un allenamento tutti e 22 con disponibilità di spendere corsa è difficilissima. Ieri e oggi ho diviso il gruppo tra chi ha giocato e chi non ha giocato, è difficile allenarli tutti insieme. Dal settore giovanile mi mettono a disposizione 10 giocatori».

PASSAGGIO AL 4-3-3 – «Il calcio assomiglia meno a questi numeri e sistemi di gioco. Solo in alcuni momenti ci si ritrova dentro ai numeri. Il passaggio sì, poi quasi tutte le squadre ti vengono addosso forte. C’è questa continua rotazione dei sistemi, che cambierà poco. Anche se avere un difensore di piede destro mi permetterà delle cose. Per esempio di non far trovare Kelly fuori area a giocare di destro. Ma quella è una situazione in cui andremo a farci esperienze, se il 4-3-3 o 4-2-3-1».

NON REAGISCONO BENE AI MOMENTI DIFFICILI – «Non so cosa gli succede ma modificano lo status, a volte migliorando e a volte peggiorando. Dicono questa si è presa, poi capita l’occasione e non lo ripropongono. Li ho avvisati che da qualche parte devo forzare di più. Sia dall’essere contento che il piede di là fatico a perderlo».

DAVID HA BISOGNO DI CONTINUITA’ – «Anche io avrei bisogno di 5 partite per far vedere al Real Madrid o Barcellona a che livello sono… Ma qualsiasi calciatore: Adzic. Ma funziona che tu vai forte in tutti gli allenamenti e dopo 2 settimane ti do 10 minuti. Poi fai bene e ti do un tempo, poi fai bene e ti do una partita. Poi ti do 5 partite. Non che vieni in allenamento e una volta sei in un modo e una volta in un altro e vuoi giocare 5 partite».

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