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De Grandis: «Spalletti è intelligente. Si è già fatto 4 alleati nello spogliatoio della Juventus. Ora vi spiego…»

De Grandis: «Spalletti è intelligente. Si è già fatto 4 alleati nello spogliatoio della Juventus. Ora vi spiego…». L’analisi del giornalista
L’esordio di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus, coinciso con la vittoria in trasferta contro la Cremonese, è stato oggetto di attente analisi tattiche e psicologiche. Più che il risultato, a colpire gli addetti ai lavori sono state le scelte immediate del nuovo tecnico, mirate non solo a definire un undici titolare, ma a costruire da subito un nucleo di fedelissimi.
Il giornalista Stefano De Grandis, intervenuto durante la trasmissione Sky Calcio Club, ha sottolineato proprio l’intelligenza gestionale di Spalletti, capace in soli novanta minuti di gettare le basi per un nuovo patto con lo spogliatoio.
Secondo De Grandis, il tecnico ha inviato messaggi chiari a giocatori chiave che, per motivi diversi, avevano bisogno di un segnale forte. «Spalletti si è già trovato degli alleati, è stato intelligente: ha già 4 giocatori che gli devono qualcosa», ha spiegato il giornalista.
L’analisi entra poi nello specifico delle scelte: «Vlahovic ha fatto 80 minuti con tutti che devono dare palla a lui, Koopmeiners torna titolare anche se in un ruolo diverso, Kostic di nuovo in campo con Cambiaso dall’altra parte e se vuoi anche Locatelli che ha toccato tanti palloni e che si pensava potesse non essere importante perché non lo vedeva in Nazionale. Se immediatamente stabilisci questo tipo di contatto con 4 giocatori importanti si è già costruito una parte di storia».
La lettura di De Grandis è quindi chiara: Spalletti ha usato la prima partita per “recuperare” e responsabilizzare elementi cardine. Ha ridato centralità assoluta a Vlahovic, ha dimostrato fiducia totale in Koopmeiners (reinventandolo pur di schierarlo), ha riattivato le fasce con Kostic e ha confermato Locatelli come cervello della manovra, spazzando via i dubbi legati al loro rapporto in Nazionale.
Una mossa da abile stratega che, secondo il giornalista, va oltre la tattica: è un’operazione di leadership per cementare il gruppo Juventus, assicurandosi la lealtà dei giocatori più importanti fin dal primo giorno del nuovo corso.
