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De Paola dubbioso sulla Juventus: «Tudor sballottato e isolato. Secondo me l’uscita di Chiellini porterà a questi sviluppi»

De Paola, il direttore critica il riassetto societario e il tecnico bianconero: le scelte non sono coraggiose e manca ancora un’identità di gioco
Un’analisi durissima, un paragone che riporta alla mente uno dei periodi più difficili della storia recente della Juventus. Il direttore Paolo De Paola, intervenuto a Maracanà, nel corso del pomeriggio di TMW Radio, non ha usato mezzi termini per descrivere il momento di confusione che, a suo dire, regna in casa bianconera, tra un riassetto societario che non convince e un allenatore in difficoltà.
De Paola: la critica al mondo Juve
Secondo il noto giornalista, la Vecchia Signora di oggi vive in un “limbo”, paragonabile a quello del post-Calciopoli, e Igor Tudor non sta riuscendo a dare una svolta, proseguendo sulla “falsariga” della precedente, deludente gestione tecnica.
L’ANALISI DI DE PAOLA – «Tanti rumors intorno alla Juve ci sono. C’è questo riassetto societario che spinge la Juve in un limbo che me la fa accostare a quella di Cobolli e Blanc. Ferrero resta, anche se non entusiasta. Esce clamorosamente Chiellini, che se lo mandi in FIGC forse non lo vuoi troppo in casa. Credo si stia facendo spazio a una figura importante, qualcuno di campo che possa dare sostegno a un Tudor abbastanza sballottato. Non ha fatto scelte coraggiose e non ha dato ancora un’identità alla Juve, cosa che manca da 5 anni ormai. Era la prima cosa che doveva fare, invece…allora perché mandare via Motta se è così? Si continua su questa falsariga».
Il giudizio di De Paola è un attacco su tutta la linea. Il riassetto societario, con un presidente Ferrero che “resta, anche se non entusiasta” e un Giorgio Chiellini che “esce clamorosamente” dal board per un ruolo in FIGC, è visto come un segnale di debolezza. Secondo il direttore, si sta cercando di fare spazio a una nuova figura “di campo” per dare sostegno a un “Tudor abbastanza sballottato”.
Ma la critica più aspra è proprio per il tecnico. A Tudor viene imputato di non aver fatto “scelte coraggiose” e, soprattutto, di non aver ancora dato un’identità alla Juve, un problema che, a detta di De Paola, la squadra si trascina da cinque anni. La domanda finale è una sentenza: se si continua su questa stessa linea, allora perché è stato mandato via Thiago Motta? Un interrogativo che dipinge un quadro di grande confusione, tecnica e societaria, in casa Juventus.
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