Hanno Detto
Del Piero rivive la gioia della Champions del 1996: «Emozionante, la mentalità come priorità». Parole che toccano l’attuale Juve

Del Piero rivive le emozioni del 1996 in una nuova produzione Sky. Pinturicchio mette al centro il concetto di squadra e mentalità
Il legame tra Alessandro Del Piero e la Juventus è un racconto eterno che trova nel 1996 il suo capitolo più glorioso. L’ex capitano bianconero sarà infatti il protagonista di una nuova produzione originale firmata Sky Sport, intitolata «1996 – L’anno di Del Piero», che andrà in onda in due episodi il 6 e il 12 gennaio 2026. In un recente collegamento, “Pinturicchio” ha condiviso le sensazioni provate nel rivedere le immagini di una stagione che lo ha visto salire sul tetto del mondo.
Del Piero, il valore del gruppo ed il racconto dell’ex capitano
Nonostante i numerosi successi personali, Del Piero ha voluto sottolineare quanto la forza del collettivo sia stata determinante per raggiungere traguardi storici come la Champions League e la Coppa Intercontinentale.
Il ricordo di quell’anno non è solo una celebrazione, ma anche un messaggio per la Juventus attuale guidata da Luciano Spalletti. Del Piero ha ricordato come, nonostante le assenze di leader come Vialli e Ravanelli in alcune sfide chiave, la squadra riuscì a compiere imprese ritenute impossibili.
Secondo l’ex numero 10, l’aspetto mentale resta fondamentale per superare i momenti di transizione. Rivivere il 1996 attraverso i suoi occhi permetterà ai tifosi di riscoprire l’essenza della “juventinità”, fatta di umiltà, fame di vittorie e un’incrollabile fiducia nei propri mezzi, elementi che hanno reso quella squadra una leggenda del calcio mondiale. La produzione Sky promette di essere un viaggio intimo nel cuore di un campione che non ha mai smesso di mettere la squadra davanti a se stesso.
PAROLE – «È stato molto emozionante, devo ammetterlo ripercorrere questo anno. Anche un po’ di malinconia, perché comunque sono passati un po’ di anni. Però io abitualmente non riguardo quello che è successo nel passato. Quindi rivederlo così in toto è stato bello. È stato bello davvero. Cioè ogni mio compagno, chi più chi meno vuole vincere. Poi la cosa di quando entri in una squadra, la mentalità, in un gruppo di giocatori e allenatore ma anche dirigenti che rivolto ancora di più a questo aspetto qui diventa la priorità, sempre e comunque. Di conseguenza lo rivedi con quella che era l’emotività che abbiamo vissuto lì per lì. È chiaro che io in primis, realizzando così tanti goal in Champions League, capocannoniere per la prima volta, il calcio che avevo guardato in TV fino a due mesi prima, Essere così performante così decisivo e chiaro che rischi di montarti un po’ la testa. Quindi l’unica cosa che devi fare è quella di riequilibrare un po’ tutto e le persone intorno a me mi aiutavano in quello, ma anche perché è dentro di me comunque la mia priorità è sempre stata quella di vincere. Se c’è una partitina a calcio balilla, io devo vincere. È così ed è così anche adesso. Quindi, quando si sposano queste due cose, è ovvio che c’è la Chiara esaltazione del concetto».
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