Hanno Detto
Di Canio non ha dubbi: «Spalletti è entrato piano ma rischia di fare peggio dei giocatori. Ora deve avere il coraggio di fare questa mossa»

Di Canio parla a Sky Calcio Club: David e Openda bocciati per intelligenza e qualità, la rosa è fatta per il 4-3-3 ma l’identità si è rotta
La sconfitta del ‘Maradona’ ha aperto il vaso di Pandora delle critiche in casa Juventus. Le scelte di formazione di Luciano Spalletti, che ha lasciato inizialmente in panchina i nuovi acquisti (come David e Openda) per affidarsi a un assetto più conservativo o sperimentale (il falso nove), sono finite sotto la lente d’ingrandimento. Ospite di Sky Calcio Club, Paolo Di Canio ha offerto un’analisi spietata della gestione tecnica, leggendo nelle esclusioni iniziali un segnale preoccupante per il futuro dei giocatori arrivati dal mercato estivo, scelti da una dirigenza diversa e ora sotto esame.
Secondo l’ex attaccante, la decisione di non schierarli in un big match non è turnover, ma una sentenza tecnica momentanea che riguarda la loro capacità di stare in campo e dialogare con la squadra.
BOCCIATURA PIENA – «Una bocciatura piena, evidentemente. Non solo per quanto realizzare, ma anche nell’economia del gioco, nel partecipare, nella qualità, nell’intelligenza, nel potersi fare le cose come lui lo vuole vedere fare giocando con i compagni. Però Spalletti è arrivato adesso. Non sono giocatori che ha scelto lui. Adesso lui deve studiare esattamente quelli da mandare in campo, per cui si può fidare. Allora in questo momento riesco a sacrificare, tra virgolette, il primo tempo».
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Spalletti Juve, il rischio del “fuoco” e l’obbligo del 4-3-3
Di Canio ha poi spostato il focus sulla psicologia dell’allenatore. Sebbene Spalletti sia entrato in punta di piedi, la sua natura passionale potrebbe diventare un’arma a doppio taglio se i risultati continueranno a mancare, rischiando di implodere e danneggiare l’ambiente più delle prestazioni dei singoli.
IL FUOCO DENTRO – «Spalletti è entrato con calma, sta cercando di cambiare le cose piano piano ma ha un fuoco dentro tale che se le cose non vanno bene, lui potrebbe far peggio dei giocatori, questo è il rischio della Juventus».
Infine, l’analisi tattica. Per Di Canio, la Juventus ha perso la sua identità cercando soluzioni ibride, quando la costruzione della rosa urla un solo modulo: quel 4-3-3 che il tecnico sta provando a implementare ma che a Napoli non si è visto dall’inizio.
IDENTITÀ E 4-3-3 – «Oggi qualcosa si è rotto a livello di identità, con i giocatori che ha a disposizione deve giocare 4-3-3. Poi mi direte, sì, ma ha due giocatori esterni di qua, due giocatori esterni là, tre centravanti, i centrocampi. È scritta per giocare così, secondo me, è un 4-3-3, con tutti i cambi che ha, lo abbiamo pensato tutti dal primo giorno».
