Dybala 87 giorni dopo: per Pirlo è tanta roba, per la Juve cos'é?
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Dybala 87 giorni dopo: per Pirlo è tanta roba, per la Juve cos’é?

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Dybala 87 giorni dopo: per Pirlo è tanta roba, per la Juve cos’é? Il futuro dell’argentino resta appeso a un filo

Era il 10 gennaio, giorno di Juve-Sassuolo: dopo una quarantina di minuti Paulo Dybala è costretto ad abbandonare il prato dello Stadium per un problema al ginocchio sinistro dopo lo scontro con Traorè. All’indomani il comunicato del club recitava: «Questa mattina Paulo Dybala è stato sottoposto presso il J|medical ad approfondimenti diagnostici che hanno evidenziato una lesione di basso grado del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro con tempi di recupero di circa 15/20 gg. Una prognosi evidentemente troppo ottimistica che spinse la Juve a non potenziare il reparto offensivo durante il mercato di riparazione. In realtà da quel 10 gennaio sono passati 87 giorni e dopo svariati finti segnali positivi, sempre poi annullati dal dolore pungente avvertito dal numero dieci bianconero, Paulo sembrerebbe finalmente sul punto di fare il suo rientro effettivo nel recupero col Napoli. «Fortunatamente sta bene, in questi giorni si è allenato col gruppo. Ha ricominciato a calciare senza dolore. Lui è tornato a disposizione. Normale che non abbia i 90 minuti nelle gambe ma averlo già a disposizione per noi è tanta roba», ha detto Andrea Pirlo alla vigilia del match. Ma se per Pirlo è tanta roba resta ancora un mistero capire cosa Dybala sia e cosa rappresenti per la Juventus.

Quella corrente è stata la peggiore stagione della Joya da quando veste la maglia bianconera: soltanto 16 gettoni tra Serie A e Champions League ed appena tre reti realizzate. Un’annata, totalmente compromessa dagli infortuni, che destabilizza ulteriormente la posizione di Paulo all’interno del club. Il contratto in scadenza nel 2022 e quel rinnovo che pare ad oggi argomento accantonato negli uffici della Continassa spingono l’argentino prepotentemente sul prossimo mercato estivo. E questa volta, contrariamente a quanto accaduto due anni fa quando il giocatore era stato a un passo dal vestire prima la maglia del Manchester United e poi quella del Tottenham, l’attaccamento alla maglia di Dybala potrebbe non bastare per trattenerlo a Torino. Ad essere cambiato è soprattutto l’orientamento della società nei suoi confronti. «A me risulta che Paulo abbia già ricevuto un’offerta di rinnovo che lo pone tra i 20 calciatori più pagati d’Europa. Lui lo sa, stiamo aspettando una risposta», sono le parole scolpite nella pietra di Andrea Agnelli risalenti a fine 2020 di fronte alle alte pretese economiche palesate dall’entourage del 27enne. Da quel momento Dybala non ha avuto modo di dimostrare nulla, anzi. La leggerezza del festino a casa McKennie, evidenziata da multa ed esclusione tecnica, ha mandato su tutte le furie il club che – dopo averlo considerato a lungo il futuro capitano della Juve – con lui ora non parla di futuro. Il futuro di Dybala è la partita di domani con il Napoli, in attesa di scoprire se anche per la Juventus sarà tanta roba o semplicemente non sarà nulla.

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