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Eder attacca Spalletti: «Non è un grande uomo, mai sopportato la sua ipocrisia. Conte invece è coerente, si incazzava anche con Pirlo»

Eder attacca Spalletti: «Non è un grande uomo, mai sopportato la sua ipocrisia. Conte invece è coerente, si incazzava anche con Pirlo». Parla l’attaccante
Nel calcio, spesso, le verità più scomode emergono a distanza di anni, quando le luci della ribalta si affievoliscono e i protagonisti si sentono liberi di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. È il caso di Eder, l’ex attaccante italo-brasiliano che ha vestito, tra le altre, la maglia dell’Inter e della Nazionale. In una lunga e sentita intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il giocatore ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera, soffermandosi in particolare sul rapporto con due dei tecnici più influenti del nostro calcio: Antonio Conte e l’attuale allenatore della Juventus, Luciano Spalletti.
Le parole riservate al tecnico di Certaldo sono destinate a far discutere, specialmente ora che siede sulla panchina bianconera. Eder, che ha condiviso con lui l’esperienza all’Inter, traccia una linea di demarcazione netta tra le capacità tecniche dell’allenatore e la statura morale dell’uomo, svelando i motivi reali del suo addio ai colori nerazzurri. «Perché sono andato via dall’Inter? Per Spalletti. Non ho mai sopportato la sua ipocrisia. Allenatore top, ma come uomo…meno».
Un giudizio tranciante che macchia il ricordo di un’esperienza che, per il resto, Eder custodisce con affetto. Nonostante un minutaggio ridotto, l’attaccante non ha rimpianti sul piano sportivo, riconoscendo la gerarchia che vigeva all’epoca in attacco. «Su quasi 90 partite solo una ventina da titolare ma sono felice del tempo trascorso a San Siro. Un orgoglio. Poi davanti c’era Icardi».
Se il ricordo di Spalletti è amaro sul piano umano, quello di Antonio Conte in Nazionale è legato alla fatica estrema, ma anche a una profonda stima. Eder racconta senza filtri la brutalità degli allenamenti del tecnico salentino, un vero e proprio shock fisico necessario per raggiungere determinati livelli. «Con Antonio vomitai: riscaldamento, tattica, palestra, test dello jo-jo, su e giù. Mi chiedevo: “Ma come si fa?”. Però poi volavamo».
Ma ciò che ha conquistato Eder non è stata solo la preparazione atletica, bensì l’atteggiamento etico di Conte. A differenza dell’ipocrisia lamentata con Spalletti, con l’ex CT regnava una legge uguale per tutti, senza sconti per i senatori o le stelle della squadra. «Cosa mi stregò? La coerenza, trattava tutti allo stesso modo. L’ho visto incazzarsi perfino con Pirlo».
