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Ezio Greggio non le manda a dire: «Con loro in campo è come giocare in inferiorità numerica». Il messaggio a quei due bianconeri

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Ezio Greggio analizza la vittoria del Dall’Ara con la solita ironia pungente lanciando una critica velata al reparto offensivo

Il mondo dei social network è diventato ormai il barometro più affidabile degli umori della tifoseria e, quando a esporsi sono i “VIP” dal cuore dichiaratamente bianconero, le opinioni fanno subito rumore amplificando il dibattito. La pesante vittoria ottenuta dalla Juventus sul difficile campo del Bologna ha scatenato reazioni contrastanti: se da un lato c’è la legittima gioia per tre punti fondamentali in ottica classifica, dall’altro non mancano le stoccate critiche verso alcuni singoli che non hanno convinto. A farsi portavoce di questo sentimento agrodolce è stato Ezio Greggio. Il celebre conduttore televisivo e storico tifoso della Vecchia Signora ha affidato al suo profilo X un’analisi che mischia i complimenti per il risultato finale a una critica ferocissima rivolta al reparto avanzato, utilizzando la sua proverbiale ironia per evidenziare un problema tattico che preoccupa l’ambiente.

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Nel mirino dello showman non c’è la squadra nel suo complesso, che anzi viene lodata per la prestazione di carattere, ma la sterilità e l’impalpabilità degli attaccanti schierati da Luciano Spalletti. Greggio non usa mezzi termini e, ricorrendo a un paradosso matematico, sostiene che i bianconeri abbiano praticamente affrontato l’intera trasferta in inferiorità numerica a causa dell’inconsistenza delle punte centrali.

EZIO GREGGIO – «Bella vittoria della @juventusfc contro il Bologna. Calcolando che abbiamo giocato sempre in 10 senza una punta in tutta la partita (prima David e poi Openda) ma con Yildiz che gioca per due, e che si vede la mano di Spalletti, la Juve ha fatto una bella prestazione».

Il messaggio è forte e chiaro: sia Jonathan David, partito titolare, che il subentrato Loïs Openda sono stati bocciati senza appello, considerati corpi estranei alla manovra offensiva. Per Greggio, la Juve ha giocato virtualmente “in 10”, salvata solo dall’onnipresenza e dalla classe di un Kenan Yildiz formato gigante, capace di correre, lottare e inventare calcio “per due”. Nonostante la severa bocciatura delle punte, il conduttore riconosce però i grandi meriti del mister: la “mano di Spalletti” inizia finalmente a vedersi nell’organizzazione di gioco e nello spirito di sacrificio. Un plauso che sa di fiducia per il futuro, a patto che l’attacco torni presto a pungere come si deve.

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