Gasperini tra sogni e freni: «Scudetto? Giusto sognare»
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Gasperini tra sogni e freni: «Scudetto? Giusto sognare, significa qualcosa il nostro percorso». Ecco cos’ha detto in conferenza stampa

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Gasperini, il tecnico frena l’entusiasmo. Conta solo la fine, non i miracoli: il sogno è bello, ma non si avvera mai per tutti

Gian Piero Gasperini, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della gara contro la Cremonese, gestendo l’entusiasmo dopo l’ottimo avvio di stagione. Il tecnico ha subito ridimensionato il valore della classifica, sottolineando che non c’è nulla di casuale.

Gasperini ha spiegato che solo dopo 11 giornate significa qualcosina, ma non è qualcosa di definitivo. Per Gasperini, il vero test è più avanti: Sicuramente dopo il girone d’andata è più veritiero, perché hai incontrato più o meno tutte le squadre. Ha concluso con una sentenza pragmatica: Quello che conta è solo la fine, il resto non conta.

La parte più significativa dell’intervento è la messa in guardia contro le false promesse. Miracoli? No, non ne fa nessuno, ha detto Gasperini. Ha aggiunto una frase forte: Gli ultimi che hanno fatto miracoli hanno finito male. Questo è un monito diretto a chi, nel passato, ha cercato scorciatoie finanziarie o sportive per raggiungere il successo. Il tecnico esalta il lavoro, non le illusioni.

Gasperini, la gestione delle aspettative: la fine del girone d’andata può dire già qualcosa

Gasperini ha poi analizzato il concetto di sognare nello sport. Nonostante il suo pragmatismo, ha ammesso che sognare è necessario, perché i sogni che si avverano sono rarissimi.

Gasperini conclude ribadendo che è presto per ogni verdetto, perché la Serie A è appena iniziata. La sua filosofia è chiara: la Roma deve lavorare sodo, senza lasciarsi travolgere dall’entusiasmo o da speranze irrealistiche, mantenendo l’unità.

PAROLE – «Non c’è nulla di casuale. Dopo pochissime partite può succedere: fai la prima di campionato, la seconda, le vinci entrambe e sei primo. Significa poco. Dopo 11 giornate significa qualcosina: vuol dire che una striscia l’abbiamo fatta, ma non è qualcosa di definitivo. Sicuramente dopo il girone d’andata è più veritiero, perché hai incontrato più o meno tutte le squadre. Quello che conta è solo la fine, il resto non conta. Miracoli? No, non ne fa nessuno. Gli ultimi che hanno fatto miracoli hanno finito male. Non bisogna fare miracoli, bisogna lavorare. Bsogna sognare, perché i sogni che si avverano sono rarissimi. Ci sono i sogni brutti, gli incubi, e quelli molto belli. Questo è un bel sogno: almeno qualche volta te lo ricordi per un po’ e lo vivi bene per un po’. Poi quelli che si avverano sono rarissimi, veramente pochi. Ed è anche presto, perché abbiamo appena iniziato».

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