Hanno Detto
Greggio è una furia: «Non so se la Juve si rende conto che ha una dirigenza incapace e inesperta che ha comprato bidoni come Openda, David e Cabal». Lo sfogo dopo Napoli

Napoli Juve, il noto tifoso si sfoga su X dopo la sconfitta: attacco durissimo alla società e ai nuovi acquisti, difesa del tecnico che non ha fuoriclasse
La sconfitta rimediata al ‘Maradona’ contro il Napoli ha lasciato strascichi pesanti nell’ambiente bianconero, scatenando la reazione emotiva di tifosi illustri che non riescono più a trattenere la delusione per un progetto che fatica a decollare. Tra le voci più critiche e rumorose si è alzata quella di Ezio Greggio. Il noto conduttore televisivo e storico tifoso juventino ha affidato al suo profilo X un lungo e durissimo sfogo, mettendo nel mirino la gestione societaria e la qualità della rosa, salvando di fatto solo l’operato dell’allenatore.
GREGGIO – «Io vorrei sapere se la proprietà della Juventus si rende conto che ha messo in punti chiave dirigenziali della società, degli incapaci e inesperti che hanno comprato dei bidoni come Openda, David, Cabal e altre mezze tacche che non sono degne di stare manco in panchina. Abbiamo ancora Kostic. Spalletti se deve fare cambi si ritrova gente che corre in giro per il campo, che non ha i fondamentali, che butta via la palla e ci fa pure prendere goal. Giocatori (si fa per dire) che non solo non sono degni della Juve ma neanche delle squadre ultime in classifica della serie A. Sono anni che ci ritroviamo in campo acquisti di bidoni di tutti i tipi che han fatto fare affari solo a chi se ne è liberato. E forse non solo a loro, ma non alla Juve. Il povero Spalletti è un grande allenatore ma non può giocare un campionato, anzi 3, non solo senza qualche fuoriclasse da Juve, ma al massimo con 7 o 8 buoni giocatori mentre gliene servirebbero almeno 22. Quella di oggi, per me da juventino malato come sono io e come lo sono tutti i nostri tifosi, non è più la “Juventus” né nei dirigenti né nella maggior parte dei giocatori. Anche stasera Giovanni e Umberto non riposeranno in pace»
Greggio non ha usato mezzi termini, rivolgendo una domanda retorica ma tagliente direttamente alla proprietà: si chiede se si rendano conto di aver affidato i punti chiave dirigenziali a figure definite “incapaci e inesperte”. L’attacco si sposta poi violentemente sul calciomercato estivo, con giudizi trancianti sui nuovi arrivi. Loïs Openda, Jonathan David e Juan Cabal vengono bollati senza appello come “bidoni” e “mezze tacche”, giocatori ritenuti non degni nemmeno della panchina della Juventus o delle squadre di bassa classifica. Nel mirino finisce anche la “vecchia guardia”, con una citazione specifica per Filip Kostic, simbolo di una rosa che, secondo lo showman, manca dei fondamentali tecnici.
L’unico a essere risparmiato dalla tempesta è Luciano Spalletti. Greggio definisce il tecnico un “grande allenatore”, ma lo descrive come una vittima (“povero Spalletti”) di una situazione insostenibile. Secondo l’analisi del tifoso vip, è impossibile competere su tre fronti con soli “7 o 8 buoni giocatori” quando ne servirebbero almeno 22, e soprattutto senza quei fuoriclasse che hanno fatto la storia del club.
La chiusura del messaggio è un concentrato di nostalgia e amarezza. Per Greggio, quella scesa in campo a Napoli “non è più la Juventus”, né nei dirigenti né nella mentalità dei giocatori. Il riferimento finale a Giovanni e Umberto Agnelli, che “non riposeranno in pace” vedendo questo spettacolo, sancisce la frattura emotiva tra il tifo storico e l’attuale gestione, in un momento in cui la classifica piange e l’identità sembra smarrita.
