Higuain, le confessioni: «Pensato al ritiro, amo mia madre più del calcio»
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Higuain, le confessioni: «Pensato al ritiro, amo mia madre più del calcio»

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Higuain le confessioni: «Ho pensato di ritirarmi». Le dichiarazioni dell’attaccante della Juventus

Marca questa mattina riporta le confessioni di Gonzalo Higuain, un nome molto chiacchierato in questi giorni in casa Juventus.

INIZI DIFFICILI – «Una cosa di cui mi pento è quella di essermi chiuso in me stesso agli inizi della mia carriera, preferendo rimanere a casa piuttosto che uscire per strada a testa alta. Avevo paura di ciò che avrebbero potuto dirmi, poi ho capito che noi siamo solo degli sportivi e, come tali, possiamo andare in giro senza problemi se diamo tutto in campo. Molti ripetono ‘eh con tutti i soldi che guadagni’, ma gli amici non si comprano. E’ da 14 anni che trascorro il Natale con persone diverse, mia madre deve fare 15 ore d’aereo per venire da me. Certo, posso pagarle il biglietto, ma non è che ce l’ho qui vicino, a 10 minuti. Tutti giudicano solo per quello che fai in campo, senza pensare al resto. E’ troppo esagerato, ma ormai sono abituato».

FINALE MONDIALE 2014 – «Avevo deciso di ritirarmi dopo quella partita, mia madre però mi ha convinto a cambiare idea, mi ha detto che avrei dovuto continuare. Fosse dipeso da me, sicuramente avrei chiuso con il calcio. Amo il pallone, ma amo mia madre di più. Ma lei mi ha detto che non avrebbe permesso che lasciassi per lei».

CRITICHE – «Ho giocato nelle migliori leghe, nelle migliori squadre, in tre Coppe del Mondo e nella Coppa America … A 5 anni, non immaginavo il 10% di quello che ho fatto… Perché dovrei preoccuparmi di quello che dicono? Quando ho iniziato a capirlo, ho iniziato a uscire e vivere di più».

RIGORE SBAGLIATO IN COPA AMERICA – «Non è facile dirsi “il Pipa non è più utile, il Pipa è un fallimento, il Pipa non può giocare’ … Questo fa male».

SCONFITTE CON L’ARGENTINA – «Sì, è vero, non abbiamo raggiunto l’obiettivo. Ma fallire? Raggiungere tre finali non è un fallimento … Chi sognava di giocare a pallone e non è riuscito a farlo ha fallito? È una parola enorme, ma beh, chi dice che non la soffre…».

DAL REAL AL NAPOLI – «L’anno prima ero rimasto a Madrid per il pubblico, per l’allenatore e per i miei compagni di squadra, ma l’anno successivo ho cambiato la mia decisione con la mia famiglia, non è stata una scelta impulsiva. Quando sono dovuto partire, il Bernabéu mi ha fatto piangere. La stessa cosa è successa anche a Napoli. Ho sempre un grande affetto per i posti in cui vado».

DAL NAPOLI ALLA JUVE – «Colpa di De Laurentiis? No, il suo modo di pensare non è il mio. È una mia decisione, ma anche lui mi ha portato a farlo. Non volevo passare un altro minuto con lui».

VIA DALLA JUVE – «Con l’arrivo di Cristiano, il club voleva fare un salto di qualità e mi dissero che non potevo continuare e che cercavano una soluzione … Ma lo dicono tutti: mi hanno preso a calci. Non ho chiesto di andarmene, mi hanno cacciato».

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