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I bookmaker sharp batteranno quelli soft e diventeranno i più utili nel futuro prossimo?

Nel betting internazionale gli addetti ai lavori si pongono sempre più spesso questa domanda: i bookmaker sharp sono destinati a superare definitivamente i bookmaker soft, diventando il punto di riferimento principale per gli scommettitori professionisti nel futuro prossimo? Una provocazione che contiene al suo interno un cambio di paradigma già in atto e alimentato da diversi fattori: dalla crescente maturità degli utenti, alle evoluzioni tecnologiche, fino all’esodo verso casino online internazionali non ADM.
Per rispondere a questa domanda è necessario prima chiarire le differenze strutturali tra bookmaker sharp e soft.
Sharp vs Soft: due modelli opposti
I bookmaker soft (ovvero i grandi brand commerciali di scommesse) sono orientati a un pubblico generalista. Il loro modello si fonda su margini elevati, promozioni massive e un profilo di rischio basso. Per proteggere il proprio business, questi operatori utilizzano algoritmi di risk management avanzati per profilare gli utenti: chi mostra skill nel lungo termine, viene limitato o espulso.
Al contrario, i bookmaker sharp (come i bookmaker e aggregatori asiatici) operano su margini molto ridotti e accettano clienti vincenti. La loro forza è la liquidità e la trasparenza delle quote, spesso impiegate dagli stessi bookmaker soft come riferimento per lo shaping delle proprie linee.
Le 3 ragioni del passaggio: perché il futuro pende verso gli sharp
1. La maturità del pubblico
Negli ultimi anni, l’utente medio si è evoluto. Grazie alla crescita dei contenuti educativi (podcast, canali Telegram, newsletter) e al confronto costante con dati e statistiche, anche lo scommettitore semiprofessionista è oggi molto più consapevole. Sempre più utenti conoscono concetti come closing line value, expected value e line movement. E sanno che per avere un ROI sostenibile servono quote giuste, stake adeguati e nessuna limitazione.
Il modello soft, basato su quote “abbellite” da boost e promo, ma irrealistiche in contesto di long term, inizia a mostrare il fianco.
2. Il limite delle restrizioni
Il problema delle limitazioni è strutturale nei bookmaker soft. Studi indipendenti stimano che oltre il 15% degli account attivi su bookmaker regolamentati viene limitato entro i primi sei mesi se l’utente mostra un comportamento da sharp bettor (fonte: Betting Analytics Lab, 2023). Questo fenomeno sta generando una migrazione verso i bookmaker non AAMS, dove il concetto di limitazione è assente o marginale.
Chi lavora su mercati secondari, arbing, surebet o value betting trova nei siti scommesse non AAMS l’unico ambiente sostenibile.
3. Scommesse non AAMS e libertà operativa
Con la riforma dell’ADM e la concentrazione dei controlli fiscali sui conti gioco, molti utenti avanzati hanno optato per il mondo delle scommesse non AAMS. Non parliamo solo di evasione fiscale (tema su cui la narrativa mediatica è spesso sbilanciata), ma di ricerca di strumenti professionali: limiti di puntata più alti, quote senza margine gonfiato, mercati asiatici, piattaforme API-friendly.
Siti asiatici, ad esempio, accettano puntate da 10.000€ su eventi top e consente l’uso di strumenti di automazione. Caratteristiche impensabili in un contesto regolamentato italiano.
I segnali del cambiamento
Nel 2024, uno dei più importanti siti di scommesse asiatiche ha dichiarato pubblicamente di aver registrato un incremento del 27% del volume scommesso rispetto all’anno precedente, con un +40% nel solo segmento europeo. Un altro portali asiatico ha confermato dati simili, soprattutto nei mercati calcistici minori e nelle scommesse in-play.
In parallelo, i grandi operatori soft stanno investendo miliardi in gamification e retention, segno che stanno virando verso il modello intrattenimento più che verso il betting skill-based.
La variabile tech: API, betting tools e automazione
Il futuro del betting è automatizzato. Sempre più utenti utilizzano API, script personalizzati e bot per posizionare scommesse in tempo reale. Questo tipo di approccio è sostenibile solo su piattaforme che lo consentano tecnicamente, e che non puniscano l’uso di tool esterni.
Nel panorama italiano regolamentato, qualsiasi comportamento “non umano” viene considerato violazione dei termini. Nei siti scommesse non AAMS, invece, l’uso di tool professionali è spesso incentivato. Alcuni operatori offrono perfino documentazione API ufficiale e supporto tecnico.
Il ruolo dei broker e delle piattaforme multi-book
Un altro elemento che favorisce gli sharp è la diffusione dei broker, ovvero intermediari che permettono di accedere contemporaneamente a più bookmaker non AAMS, facilitando l’arbitraggio e la diversificazione del rischio.
Gli aggregatori offrono accesso simultaneo portafogli exchange e mercati asiatici. Gli utenti più evoluti utilizzano questi strumenti per gestire portafogli di scommesse, approccio che ricalca la logica dell’investimento finanziario.
Conclusione: il futuro è sharp, ma non per tutti
I dati parlano chiaro: il betting non AAMS è in forte crescita tra gli utenti più esperti e i bookmaker sharp stanno guadagnando terreno. Tuttavia, non sostituiranno mai del tutto i soft, che continueranno a servire una base più ampia e meno tecnica.
Ma per chi opera con una logica di rendimento, bankroll management e vantaggio matematico, i soft sono un vicolo cieco. Il futuro è sharp, e sarà popolato da utenti più consapevoli, strumenti più sofisticati e modelli di betting sempre più assimilabili al trading finanziario.
Il betting del futuro premia chi ragiona da professionista. E i bookmaker sharp ne saranno i principali alleati.
