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Juventus tra 2 miliardi e un rialzo possibile di Tether, cosa c’è davvero sul tavolo

Secondo Marco Bellinazzo, la Juventus vale più di 2 miliardi, ma l’offerta cash di Tether è di circa 1,1 miliardi. Per ora Exor ha detto no. I ricavi bianconeri sono in risalita e sono arrivati a 529,6 milioni. Anche gli spettatori aumentano, il pubblico digitale della Serie A sta crescendo 20% stagione dopo stagione.
Questa settimana la Juventus è di nuovo al centro della finanza sportiva. Da un lato c’è la valutazione di più di 2 miliardi fatta da Marco Bellinazzo, giornalista economico che da anni segue i conti del pallone. Dall’altro c’è l’offerta di Tether, intorno a 1,1 miliardi, e la risposta fredda della proprietà tramite Exor. Il punto non è solo quanto ma perché, i conti sono in miglioramento, il marchio ha una platea globale e l’onda lunga del consumo calcistico online rende il club un asset particolare, che non si misura solo con la capitalizzazione in Borsa del giorno X. Ecco come leggere i numeri e cosa può succedere con le prossime mosse.
Il tifo si sposta sempre più online tra streaming e piattaforme a tema
Il calcio è lo sport nazionale e i fan non perdono l’occasione per coltivare la loro passione e per sfidarsi. Online stanno dilagando i giochi a tema calcistico come i fantasy games, i quiz sportivi e i manageriali. Ci sono anche piattaforme come http://bet-alice.com/it che mettono a disposizione una lunga serie di slot e di giochi da tavolo ispirati al mondo del pallone.
Di certo, in questo modo i tifosi possono giocare in qualsiasi momento, basta avere a disposizione lo smartphone e connettersi a internet. Gli operatori a volte mettono a disposizione anche dei bonus e delle promozioni pensati proprio in base ai grandi match e agli eventi calcistici come la Champions League.
Quanto vale davvero oggi la Juventus secondo Bellinazzo
L’idea che valga più di 2 miliardi nasce dall’incrocio tra il valore del marchio, le prospettive di ricavo e i multipli osservati nelle operazioni recenti nel calcio europeo. Bellinazzo, nelle interviste di questi giorni, ha ribadito che la Juve non si giudica solo dalla fotografia di un’offerta, ma dal film dei flussi attesi e dall’appeal globale del brand.
Da questo punto di vista, la stima di 2 miliardi risulta coerente con un club che, nonostante gli ultimi anni complicati, mantiene audience, sponsorizzazioni e diritti in ripresa.
Il no di Exor e perché Tether potrebbe rilanciare ancora
Il messaggio ufficiale della holding della famiglia Agnelli è stato netto: non ci sono trattative per la vendita di una quota della Juventus. Questo significa che l’offerta non apre oggi uno scenario negoziale. Tether, però, ha formalizzato una proposta cash a 2,66 euro per azione che valorizza il 100% intorno a 1,1 miliardi e, in caso di successo, ha ventilato risorse aggiuntive fino a 1 miliardo per il progetto sportivo e per lo sviluppo.
È qui che si apre la finestra sul rilancio, se l’obiettivo è agganciare il valore percepito dalla proprietà, un incremento di prezzo o delle condizioni diverse potrebbero materializzarsi. Non è una promessa, è una possibilità resa logica dall’attuale distanza tra le parti.
Conti, ricavi e prospettive: una fotografia aggiornata del club
Dopo le perdite degli ultimi esercizi, i numeri 2024/25 mostrano un’inversione, i ricavi sono a 529,6 milioni, in forte crescita rispetto al 2023/24 (394,5 milioni). Il traino arriva dai diritti tv (circa 177,4 milioni), dallo stadio più vivo e dal ritorno nelle coppe.
La normalizzazione post-sanzioni e una rosa più sostenibile aiutano a mettere in ordine il conto economico. È questo mix a sostenere la valutazione alta, un brand che, appena le condizioni sportive tornano favorevoli, riaccende gli incassi commerciali e l’audience globale.
Regole e mercato: cosa potrebbe cambiare se arrivasse un’altra offerta
Un’eventuale nuova proposta non è solo una cifra più alta. C’è un capitolo governance, c’è l’allineamento con la regolazione italiana del digitale e del gioco a distanza, aggiornata quest’anno con una concessione unificata di nove anni per gli operatori online. C’è soprattutto il tema storytelling: un’operazione sull’azionariato della Juventus avrebbe risonanza globale e impatto sugli sponsor, sui diritti media e sulla relazione con i tifosi all’estero.
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, l’idea di un rilancio è stata evocata nelle analisi di Bellinazzo, mentre l’offerta iniziale di Tether è stata respinta senza aprire dei tavoli formali. Due elementi che, se messi insieme, lasciano la porta socchiusa a dei possibili sviluppi.
Cosa potrebbe cambiare nelle prossime settimane
Oggi i fatti sono tre: la Juventus, secondo alcuni osservatori, vale oltre 2 miliardi, Exor non tratta e Tether ha mostrato disponibilità finanziaria e potrebbe alzare la posta. La differenza tra 1,1 miliardi offerti e la valutazione target è ancora ampia, ma i fondamentali migliorano e il pubblico digitale cresce.
Per chi guarda questa partita da fuori, il focus è su due indicatori, i risultati sportivi e le performance commerciali nel 2025/26, perché sono i driver più rapidi della percezione di valore. Se cambiano questi parametri, cambiano anche i multipli. Nel frattempo, la palla resta alla proprietà. E allo stato dell’arte, la partita è solo all’intervallo.
