LAVAGNA TATTICA - Perché la Juve di Pirlo è cambiata nella ripresa
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LAVAGNA TATTICA – Perché la Juve di Pirlo è cambiata nella ripresa

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La Juve di Pirlo ha disputato una grande ripresa dal punto di vista agonistico. Ecco che cosa è cambiato nel pressing

Il secondo tempo della Juventus di ieri è stato a dir poco sorprendente. Più che dal punto di vista tecnico, i bianconeri sono riusciti a prevalere sotto quello agonistico. Pochi ci avrebbero scommesso non solo alla vigilia, ma anche al termine della prima frazione. I primi 45′ ci avevano infatti consegnato la Juve che un po’ tutti si aspettavano: una squadra in grande difficoltà e con poche certezze tecniche, incapace di risalire e di guadagnare metri. Come al solito, i bianconeri si erano schiacciati parecchio, con la Dea che gestiva senza grossi patemi il possesso. I meccanismi di pressing funzionavano male, l’Atalanta riusciva a lanciare diverse volte Zapata in velocità contro De Ligt. Entrambi i difensori bianconeri, nella prima frazione, hanno faticato molto nel contenere lo strapotere atletico del colombiano, che era solito decentrarsi a sinistra.

Uno dei molti esempi.

Le cose sono nettamente migliorate nella ripresa, dove la Juventus è riuscita ad alzare parecchio l’altezza del baricentro, con l’Atalanta faticava sempre di più a ripartire. Quando gli orobici recuperavano il possesso, la Juventus riusciva a recuperare velocemente il pallone. Nella ripresa, i bianconeri hanno infatti iniziato a vincere sistematicamente i duelli e le seconde palle, a differenza di ciò che avveniva nella prima frazione.

Dopo la sofferenza dei primi 45′, De Ligt ha iniziato ad anticipare costantemente un Zapata che nel secondo tempo è stato sovrastato. Anche Chiellini ha accorciato con aggressività in avanti, consentendo ai bianconeri di difendere in zone avanzate del campo. L’Atalanta faticava a consolidare il possesso nella metà campo rivale. Basti pensare a come è arrivata l’occasione della traversa di Chiesa, ossia grazie a un grande recupero di palla di Chiellini, che segue Malinovskyi fino nella trequarti orobica.

Chiellini doveva accorciare molto sul fantasista ucraino, mentre Zapaata era seguito da De Ligt.

In generale, oltre al calo atalantano, le uscite della Juventus nel pressing sono state molto più precise rispetto al primo tempo. Ciò ha consentito di bloccare l’azione offensiva dell’Atalanta, che faticava proprio nell’arrivare sulla trequarti rivale. D’altronde, lo ha spiegato molto bene Pirlo nel post match: “Cuadrado doveva aggredire Gosens, McKennie doveva aggredire il terzo centrale. Nel secondo tempo l’abbiamo fatto bene, a differenza della prima frazione”.

Tutto ciò si vede con chiarezza nelle slide sopra. La Juve è estremamente corta e stretta in zona palla, con le uscite che sono puntuali e precise. McKennie, l’ala destra, esce sul terzo centrale (Palomino), mentre Cuadrado, l’ala, va a inseguire il quinto (Gosens). Di conseguenza, l’Atalanta ha poco tempo e spazio per fare proseguire l’azione: non riesce a trovare l’uomo libero e – a differenza del primo tempo – fatica a imbeccare Zapata. Complice il miglioramento del pressing a livello generale, De Ligt è riuscito a contenerlo con molta più facilità rimanendogli attaccato, proprio perché le uscite dei compagni erano più precise. Zapata non si è praticamente più girato.

Oltre all’importanza degli esterni, va segnalata anche la grandissima prova di Bentancur. L’uruguagio doveva occuparsi quasi esclusivamente di Pessina (ossia, il trequartista della Dea),  seguendolo quasi a tutto campo. L’Atalanta è riuscita poche volte a trovarlo libero, Benta leggeva bene i suoi movimenti.

Malinovskyi veniva spesso incontro per portare fuori posizione Chiellini: lo scopo era creare spazi che Pessina potesse andare ad aggredire. Bentancur ha però dimostrato grande intelligenza tattica in queste situazioni, seguendo gli smarcamenti dell’ex Verona: a volte, ricopriva praticamente una posizione da difensore centrale.

L’Atalanta, cosa più unica che rara, è parsa soffrire dannatamente l’aggressività rivale. Basti pensare al confuso assalto dell’ultimo quarto d’ora, con palloni alti e tanto disordine sul terreno di gioco. La Juve non ha avuto problemi a difendersi e a trovare spazi per ripartire. Anche con il passaggio alla difesa a 5, i bianconeri sono riusciti a mantenere alta l’aggressività. Insomma, la Juventus ha battuto la Dea soprattutto sul lato fisico e atletico, qualcosa non semplice da prevedere. Nonostante un’annata complicatissima, Pirlo ha alzato un altro trofeo. Vedremo se il raggiungimento del quarto posto riscatterà parzialmente questa stagione che ha spesso visto la Juventus sulla soglia  del baratro.

 

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