News
LAVAGNA TATTICA – Le fragilità della Juve a centrocampo: cosa Pirlo deve risolvere
La Juve di Pirlo in Champions ha avuto tante difficoltà anche in fase difensiva. Il Porto ha mostrato molti limiti dei bianconeri
Difficoltà senza palla
Negli scorsi giorni abbiamo scritto sui molti problemi che, contro il Porto, la Juve ha avuto in fase offensiva. La palla girava con scarsa velocità e intensità, arrivava agli esterni troppo lentamente, che si trovavano così circondati da maglie rivali. Come nel match di andata, abbiamo visto per larghe fasi della partita una Juventus troppo prevedibile, per i portoghesi – in costante superiorità numerica in fascia – era semplice bloccare la manovra offensiva bianconera.
L’andamento della partita, nella analisi, ha però fatto dimenticare le grosse difficoltà difensive mostrate dai padroni di casa. Soprattutto nel primo tempo, dove su ogni ribaltamento di fronte la Juve si faceva trovare lunga e perforabile: tant’è che è stato più il Porto a sfiorare il raddoppio che non i campioni d’Italia ad andare vicini al pareggio. A inizio gara, Cuadrado ha sofferto molto la spinta di Zaidu, con il terzino di Conceicao che ha generato diverse situazioni pericolose (basti pensare al palo di Taremi).
Troppi spazi in mezzo
Successivamente, la Juve ha sofferto soprattutto nelle transizioni difensive, dove aveva evidenti scompensi in entrambe le fasce. Andrea Lapegna ha scritto questo su “Ateralbus”: “Ramsey fluttuava senza profitto in zone centrali, ma era lento a riposizionarsi con solerzia sull’out di destra, dove i giocatori del Porto avevano una superiorità numerica costante per prendere in mezzo Cuadrado ed eventualmente Arthur. In questo modo, la Juventus scopriva il fianco destro della squadra. E siccome attaccava male, la Juventus difendeva conseguentemente male: la squadra ospite ha banchettato ripartendo negli spazi lasciati dalla Juventus sulla propria destra.”
Con Ramsey quasi sempre sopra la linea della palla, Cuadrado si trovava costretto a difendere in contesti non semplici. Inoltre, questa partita ha confermato come la mediana Arthur–Rabiot sia poco adatta quando gli avversari riescono a ripartire velocemente, visto che sono due mediani che soffrono tantissimo nel correre all’indietro in ampie distanze di campo. I due centrocampisti erano quasi sempre lenti nei ripiegamenti, c’erano praterie tra i reparti in cui calciatori del Porto che andavano a nozze. I giocatori di Conceicao, oltre ad essere stati molto solidi nella difesa posizione, erano bravi a ribaltare l’azione con tanti uomini, approfittando degli spazi concessi dei rivali
Nelle slide sopra, vediamo due situazioni molto simili (la prima è quella che porta al rigore). Dopo una palla persa nella trequarti rivale, la Juve si fa trovare spaccata in due. Il Porto risale sul lato destro della Juve, riuscendo a saltare Cuadrado e potendo attaccare in campo aperto i 3 difensori della Juve (Bonucci, Demiral più Alex Sandro bloccato). In entrambi i casi, ci sono praterie al centro (Arthur e Rabiot sopra la linea della palla) e sul lato sinistro, dove l’esterno destro del Porto ha una prateria. Come scritto sopra, è apprezzabile la capacità del Porto di ribaltare velocemente l’azione con tanti uomini.
Bassa intensità
La bassa intensità non si vedeva però solo nelle transizioni, ma anche quando la Juve si difendeva più di posizione. Anche in inferiorità numerica, il Porto è riuscito a creare pericoli: quando i lusitani arrivavano nella trequarti rivali, i bianconeri erano troppo passivi nel fronteggiare gli avversari.
Tra i molti esempi, possiamo vedere il tiro sopra di Sarr. Gli ospiti consolidano il possesso in avanti, con nessun bianconero che accorcia sul portatore. Il difensore del Porto è libero di condurre e di tirare.
Insomma, la partita contro il Porto ha manifestato molti dei problemi tattici dei bianconeri in entrambe le fasi di gioco. Si è soprattutto criticato il palleggio e la sua prevedibilità, ma anche senza palla si sono viste lacune evidenti. Contro un top club, la Juve avrebbe rischiato di subire tanti gol.