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Lazio-Juve, Sarri ritrova il suo passato in cerca di vendetta

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Per la prima volta dal suo addio alla Juve, Maurizio Sarri sfiderà i bianconeri. Una partita che non sarà come le altre

Ultimi impegni per le Nazionali, in corsa per un posto a Qatar 2022. Stasera occhi puntati su Belfast, dove l’Italia del ct Mancini ha assoluto bisogno di vincere contro l’Irlanda del Nord per evitare la clamorosa beffa degli spareggi. Nel fine settimana, invece, ci sarà spazio per il campionato, con la tredicesima giornata di Serie A che vedrà la Juventus impegnata nell’ostica trasferta in casa della Lazio. Una partita non banale, vista la presenza sulla panchina biancoceleste dell’ex tecnico bianconero Maurizio Sarri, il cui divorzio dalla Vecchia Signora non si è consumato in modo felice.

Sarri-Juve: rivali da sempre, amici mai

Non è un mistero che, il tecnico toscano, abbia sempre visto la Juve come la sua rivale numero uno. Un’antipatia che ha origini ai tempi in cui Sarri approdò sulla panchina del Napoli, sfidando a più riprese Dybala e compagni per la lotta scudetto. In principio ci fu la stagione 2015/16, quella della clamorosa rimonta dei ragazzi di Allegri, che a fine ottobre sembravano tagliati fuori dai discorsi d’alta classifica. I partenopei non riuscirono a contenere il ritorno di Madama, cedendo definitivamente nello scontro diretto del 13 febbraio 2016, deciso dalla rete di Simone Zaza nelle battute conclusive del secondo tempo. L’odio reciproco, però, scoppia due anni più tardi. La Juve disputa una stagione che la porta a superare i 90 punti a fine campionato, ma nelle ultime giornate il rischio di perdere il tricolore è altissimo. A Torino, il 22 aprile 2018, in uno Stadium ribollente, Koulibaly porta lo scudetto sulla strada di Napoli con il colpo di testa nel finale che non lascia scampo a Buffon. La giornata successiva, però, vedrà i bianconeri imporsi a San Siro sull‘Inter, mentre gli uomini di Sarri cadranno a Firenze sotto la tripletta di uno scatenato Simeone. Polemiche a non finire, con gli azzurri che puntano il dito verso l’arbitraggio di Orsato e Sarri che, a più riprese, dirà come quella partita abbia influito sul morale della sua squadra, che perderà quel campionato “in albergo”. Anche per questo, nell’estate del 2019, alla notizia dell’annuncio di Maurizio Sarri come nuova guida tecnica della Juventus, il popolo sabaudo, che sognava l’arrivo di Guardiola, non reagirà affatto bene.

Sarri arriva con il pesante compito di rimpiazzare Massimiliano Allegri, che poche settimane prima aveva conquistato il quinto titolo consecutivo di campione d’Italia, ma in Champions era stato eliminato dai ragazzini terribili dell’Ajax. L’amore tra le due parti, come sappiamo, non scoppierà mai: l’allenatore inizia ad inimicarsi lo spogliatoio già dal pre-campionato, sottolineando a più riprese come, perdere quello scudetto del 2018, sia stato per lui un mistero. Il famoso Sarrismo, all’ombra della Mole, si vedrà solamente a sprazzi e, nonostante uno scudetto vinto tra mille difficoltà (concorrenza di Inter e Lazio e poi la pandemia), la dirigenza darà il ben servito al mister, complice anche la deludente uscita agli ottavi di Champions contro il non irresistibile Lione. Per Sarri arriva poi un anno sabbatico, in cui rilascerà dichiarazioni al vetriolo verso la Signora, una squadra da lui giudicata “inallenabile”. Sabato sera, all’Olimpico, per lui sarà la prima volta da avversario dopo il divorzio e, la voglia di prenersi una rivincita è tanta. La Juve è avvisata, per tornare dalla Capitale con i tre punti bisognerà battagliare fino all’ultimo secondo.

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