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Legrottaglie sulle difficoltà difensive della Juve: «Dipende dallo stile di gioco imposto da Tudor. A volte succede che…»

Legrottaglie, ex difensore della Juve, ha analizzato le difficoltà difensive dei bianconeri di Tudor: le sue dichiarazioni
L’avvio di stagione della Juventus di Igor Tudor, pur senza sconfitte, ha messo in evidenza alcune vulnerabilità nella fase difensiva. Per analizzare le cause di queste difficoltà, l’ex difensore bianconero Nicola Legrottaglie è intervenuto ai microfoni di Radio Bianconera, durante il programma “L’Ora della Vecchia Signora”, offrendo una lettura tecnica molto precisa che lega i problemi della retroguardia allo stile di gioco del suo allenatore.
PAROLE – «La Juventus oggi ha un’idea precisa di come difendere, ma il concetto di difesa è molto più ampio e racchiude tante varianti: come si difende sulla palla, sull’uomo, come si copre lo spazio. Sono dettagli che da fuori non sempre possiamo cogliere. Noi possiamo valutare soltanto l’errore individuale, legato all’attenzione e alla concentrazione del singolo giocatore. Tudor predilige un calcio molto offensivo, in cui la squadra deve andare sempre in avanti. È un approccio che inevitabilmente rende più complicato il lavoro dei difensori. Il rischio è che, dovendo spendere tante energie per rispettare le richieste dell’allenatore, i giocatori possano arrivare meno lucidi al momento delle scelte decisive. E lì basta un appoggio sbagliato o una diagonale non eseguita bene per ritrovarsi a subire un gol».
Secondo Legrottaglie, non si può parlare di una Juventus senza un’organizzazione difensiva. Al contrario, la squadra ha un’identità chiara, ma la complessità del difendere moderno risiede nei dettagli, spesso invisibili a un occhio esterno. Dall’esterno, ciò che emerge con più evidenza è l’errore del singolo, che l’ex stopper lega a possibili cali di attenzione e concentrazione.
Legrottaglie, il prezzo del gioco di Tudor: “Difensori meno lucidi”
Il cuore dell’analisi di Legrottaglie si concentra sull’impatto della filosofia di Igor Tudor. Il tecnico croato è noto per il suo calcio propositivo e ultra-offensivo, che chiede ai suoi giocatori di pressare costantemente e di proiettarsi in avanti. Questo stile di gioco, se da un lato produce una mole di gioco importante, dall’altro espone inevitabilmente la linea difensiva a maggiori rischi e a un lavoro più dispendioso.
Il rischio concreto, sottolineato dall’ex difensore, è che i giocatori della retroguardia, costretti a un enorme sforzo fisico e mentale per supportare le richieste del tecnico, possano perdere lucidità nei momenti cruciali della partita. È proprio in quelle frazioni di secondo che la stanchezza può tradursi in un errore tecnico fatale: un passaggio sbagliato, una marcatura persa o una diagonale eseguita con un attimo di ritardo. In un sistema che chiede così tanto ai suoi difensori, il prezzo da pagare è un’alta probabilità di subire gol al minimo calo di concentrazione.
