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Modulo Juve, Spalletti nel segno della continuità: per il cambio tattico è necessario che vada a incastrarsi quest’ultimo tassello. I dettagli

Modulo Juve, il Corriere frena gli entusiasmi sul cambio tattico spiegando che per la difesa a quattro serve tempo e il recupero totale di Bremer
L’eco della rimonta in Champions League contro il Pafos, propiziata in maniera evidente dal cambio di assetto nel secondo tempo, aveva illuso molti. I tifosi e gran parte della critica avevano letto in quei quarantacinque minuti finali, giocati con una linea difensiva a quattro e un atteggiamento più spregiudicato, il segnale definitivo della svolta. Sembrava che l’era della difesa a tre fosse giunta al capolinea, pronta a essere archiviata in favore di un calcio più europeo e fluido. Tuttavia, nel calcio reale le dinamiche di campo e di spogliatoio seguono tempi diversi dalle suggestioni mediatiche. A gettare acqua sul fuoco degli entusiasmi e a riportare tutti alla prudenza ci ha pensato l’edizione odierna del Corriere dello Sport, che traccia una rotta molto chiara per l’immediato futuro della squadra di Luciano Spalletti.
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Secondo il quotidiano sportivo, la trasferta delicatissima dello stadio Dall’Ara non sarà il teatro del grande cambiamento. A Bologna si andrà avanti sulla linea seguita fin qui, ovvero mantenendo l’impianto di gioco che ha garantito, seppur tra alti e bassi, una certa solidità difensiva in questa prima parte di stagione. L’allenatore toscano, noto per la sua meticolosità, sa bene che per la rivoluzione tattica e il passaggio alla difesa a quattro serve tempo. Non si può improvvisare un cambiamento così radicale nei meccanismi difensivi con pochi allenamenti a disposizione, specialmente dovendo affrontare una squadra organizzata e pericolosa sugli esterni come quella rossoblù. Il rischio di perdere le certezze acquisite è troppo alto rispetto ai potenziali benefici immediati.
Questo non significa che il progetto sia stato accantonato, anzi. Il passaggio alla linea a quattro ci sarà ed è già nei piani dello staff tecnico, che sta lavorando quotidianamente per inculcare i nuovi movimenti ai giocatori. Tuttavia, c’è una condizione imprescindibile affinché questo mutamento possa avvenire in sicurezza e diventare strutturale: la presenza dei giusti interpreti al top della forma. In particolare, il quotidiano sottolinea come per attuare il nuovo modulo serve tra le altre cose il ritorno alla piena efficienza di Bremer.
Il centrale brasiliano, appena rientrato tra i convocati, è l’unico in grado di reggere l’urto dell’uno contro uno a tutto campo che la difesa a quattro spesso richiede. Senza la sua fisicità dominante e la sua velocità nel recupero, esporre la squadra a un difensore in meno potrebbe rivelarsi un suicidio tattico. Spalletti aspetta il suo “muro” al 100% per poter alzare il baricentro e cambiare pelle alla Juventus. Fino ad allora, la parola d’ordine sarà pragmatismo: a Bologna si vedrà ancora una Juve accorta, pronta a colpire, ma senza salti nel buio. La rivoluzione è solo rimandata.
