Patrizia Caccamo: «Fiorentina e Juve, che rivalità. Ma non ci sarà gara»
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Patrizia Caccamo: «Fiorentina e Juve, che rivalità. Ma non ci sarà gara» – ESCLUSIVA

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Patrizia Caccamo, ex giocatrice viola, ha parlato in esclusiva a Juventusnews24 in vista del match contro la Fiorentina femminile

Sabato la Juventus Women scenderà in campo contro la Fiorentina per un match storico per il calcio femminile italiano. Patrizia Caccamo, ex bomber viola, ha parlato in esclusiva a Juventusnews24.com.

Sabato la Juventus Women sfiderà la Fiorentina, un grande classico del calcio femminile. Che gara si aspetta?

«Penso che sarà una partita abbastanza combattuta viste le due squadre. La Juve è sempre stata la rivale della Fiorentina, ma alla fine penso che non ci sarà gara».

La Juventus probabilmente scenderà in campo senza Girelli e Bonansea, uscite infortunate contro la Roma. La squadra di Cincotta potrebbe sfruttare queste assenze?

«Sicuramente Barbara e Cristiana sono due giocatrici importanti per la Juve. Penso però che la Juve abbia tantissime giocatrici valide per sostituirle. Loro due hanno un peso importante. Sono due mancanze che possono aiutare la Fiorentina. Conoscendo Cincotta proverà a sfruttare al meglio queste assenze. La Fiorentina sarà determinata ma penso che vincerà la Juve».

In questa stagione la Fiorentina non sta tenendo il passo delle big. Contro la Juve potrebbe arrivare la svolta?

«Gara della svolta non credo perché sono cambiate tante tante cose. Loro ci mettono tutto ad ogni partita. Il campionato è ormai andato, ogni partita ora è a sé».

A Firenze la gara con la Juve non è mai come le altre. Cosa si prova a giocare gare simili?

«Giocare una partita del genere è come una finale. Hai davanti una grande squadra. Quando c’ero io lottavamo sempre per lo scudetto, ma sai che quando vinci questa partita per le altre è sempre in salita. L’adrenalina ti sale, sai che non puoi sbagliare niente. Se sbagli contro Juve, Milan, Roma, non ti perdonano».

Lei era in campo nel 2018, quando la sua Fiorentina vinse la Supercoppa contro la Juve. Che emozione è stata?

«Un’emozione bellissima, come tutte le altre. Ogni finale è a sé, non so descriverlo a parole. Vincere qualcosa è sempre bello, contro la Juve ancora di più. A Firenze la Juve non è tanto amata, ma penso che da quando abbia preso il femminile, è andato tutto come doveva andare. Loro non fanno le cose tanto per farle, è un’azienda e sono sicura che presto sarà anche protagonista in Champions».

La Fiorentina è stata la prima squadra maschile ad investire nel femminile. Che emozione è stata ricevere una chiamata del genere e sapere di far parte della storia?

«All’inizio ero un po’ scettica. Ci speravo da una vita ma non sapevo come sarebbero entrati. Mi hanno voluto fortemente. Il primo anno siamo arrivate terze, abbiamo perso contro il Verona. Il secondo anno abbiamo vinto tutto ed è stato davvero bello. Andare al campo, allenarsi, è stato tutto diverso. Avendo giocato tanti anni a Firenze ho un rammarico: la Fiorentina non ha sfruttato il vantaggio di essere stata la prima squadra professionistica maschile nel femminile. Qualcosa è stato sbagliato. La Juve invece non ha mai sbagliato. Dall’inizio ha messo a disposizione tutto quello che poteva. Stimo tantissimo Rita Guarino, era uno dei miei idoli. La Juve non sbaglia né nel femminile né nel maschile, ha dato tutto quello che poteva dare».

Pensa che con Commisso sia cambiato qualcosa? Può arrivare al livello di Juve, Milan e altre big?

«È proprio questo il problema. Non doveva arrivare ai loro livelli, doveva esserci. Commisso non lo conosco personalmente ma so che ha fatto tanto. Sicuramente qualcosa però è stato sbagliato e non poco, viste tutte le partenze che ci sono state e non sono state rimpiazzate. Non so il motivo ma sicuramente c’è qualcosa da cambiare. Se ti arriva un’offerta dell’Atletico Madrid è difficile dire di no, però Alia Guagni è di Firenze, il padre ha costruito il Firenze femminile per lei… Secondo me è stata scettica fino alla fine. Ovvio che tutti vorrebbero farlo, però…».

Nel 2019 Juventus Fiorentina si è giocata allo Stadium. Lei aveva già lasciato il club: quanto è stata importante per il movimento?

«Giocare allo Stadium è un’emozione bellissima, mi dispiace non averci giocato. È stata una gara combattuta, se uno ama il calcio non c’è cosa più bella che calcare quei campi. Penso che già la Fiorentina avesse fatto un grande lavoro per il calcio femminile, tutto è nato da questo. Se la Fiorentina non avesse investito, le altre non avrebbero investito a ruota. Entrando poi tutte le altre big, è ovvio che poi c’è stato anche l’interesse di Sky e questa è stata la svolta. Trasmettendo le partite, è normale che la gente si interessi. Mi ricordo che una volta stavo andando a vedere una gara della Fiorentina maschile e dicevano: “Anche quest’anno non si va in Champions”. Io mi sono girata e ho detto: “Beh, noi siamo in Champions, potete venire al Franchi a vederci” e un signore mi ha risposto: “Eh ma voi mica siete su Sky”. Questo mi ha fatto riflettere: sei di Firenze, puoi venire al Franchi e non vieni perché non siamo su Sky. Io non ci arriverò più come calciatrice ma penso che la soluzione sia il professionismo a tutti gli effetti: far cambiare la vita ad una persona che non deve preoccuparsi di cosa farà un domani o se si farà male. A me la Juve è sempre piaciuta perché è un’azienda e se fa le cose, le fa bene».

Lei ha vestito anche la maglia della Nazionale: dove può arrivare la squadra di Bertolini all’Europeo?

«Penso possa arrivare molto lontano. Ha portato un gruppo fantastico dentro, chiama tante giovani, fa risultati. C’è tanta gente che magari non gioca ma fa gruppo. Penso arriverà molto lontano. Ci sono tante giovani interessanti come Bonfantini e Serturini, Boattin, Caruso… Galli anche, da quando è andata alla Juve ha fatto un cambiamento allucinante. La stessa Girelli è sempre stata forte, ma con Guarino e Bertolini sente la fiducia. Bertolini l’aveva già allenata e con lei non ha l’ansia di dire “Se sbaglio non mi chiama”. Ha la fiducia, come anche tutte le altre ragazze. Bisogna però fare attenzione ad una cosa: anche nella Serie A femminile ci sono troppe straniere, è giusto costruire sulle italiane forti altrimenti poi quando finisce questo ciclo della Nazionale, è un problema. Non bisogna smettere di lavorare sul settore giovanile italiano».

Si ringrazia Patrizia Caccamo per la disponibilità.

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