Pedullà punge: «La Juventus mi ricorda la Nazionale»
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Pedullà punge: «La Juventus mi ricorda la Nazionale. Cambia dirigente ogni 10 minuti come se fosse una prescrizione medica»

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Pedullà punge: «La Juventus mi ricorda la Nazionale. Cambia dirigente ogni 10 minuti come se fosse una prescrizione medica». Il commento del giornalista

Intervenuto negli studi di SportitaliaAlfredo Pedullà ha offerto una disamina critica ma lucida sul momento delicato vissuto dalla Juve, tracciando un parallelo preoccupante con le difficoltà della Nazionale azzurra. Secondo il noto esperto di mercato, il problema principale che affligge la Vecchia Signora non è solo di natura tecnica, ma profondamente strutturale e gestionale.

Pedullà punta il dito contro l’eccessiva instabilità dei quadri societari, utilizzando una metafora medica decisamente forte: «Cambia dirigente ogni 10 minuti come se fosse una prescrizione medica senza trovare un assestamento». Secondo l’analista, questo continuo valzer di poltrone – dove figure vengono etichettate come inadeguate e sostituite in fretta e furia per ripartire ogni volta da zero (ora con Comolli) – impedisce al club di trovare quell’equilibrio fondamentale per costruire un ciclo vincente.

Il giornalista mette in guardia l’ambiente dall’illusione del calciomercato. Spesso invocato dai tifosi come la soluzione magica, il mercato non può essere la «panacea di tutti i mali» se manca una base solida alle spalle. Gli acquisti aiutano, certo, ma l’assestamento societario è la priorità assoluta.

Nonostante le critiche alla gestione, Pedullà esprime grande fiducia nella guida tecnica. «Sono convinto che con Spalletti ci sarà un salto di qualità importante. Non mi lascio condizionare dall’ultimo risultato». Se dovesse indicare una priorità per gennaio, il giornalista suggerisce l’acquisto di un centrocampista per completare la rosa. Tuttavia, il vero augurio è rivolto alla strategia a lungo termine: la Juventus deve smettere di rivoluzionare l’organico continuamente. «Mi auguro che la Juve scelga gli uomini senza cambiarli ogni 6 mesi. È un passaggio fondamentale per fare società, gruppo, squadra e quindi risultati». Solo con la continuità, sostiene Pedullà, si torna a vincere.

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