Pogba e altri 50 atleti votano per l’esclusione di Israele da tutte le competizione sportive: ecco il messaggio dell’ex Juve

Pogba e altri 50 atleti votano per l’esclusione di Israele: tutte le dichiarazioni e gli aggiornamenti su quello che potrebbe accadere

Un appello forte, firmato da cinquanta atleti di alto livello, per chiedere l’immediata sospensione di Israele da tutte le competizioni sportive internazionali. Tra i nomi più noti che hanno aderito all’iniziativa spicca quello dell’ex centrocampista della Juventus, Paul Pogba.

La petizione è stata pubblicata sul sito indipendente “Athletes 4 Peace” ed è stata promossa dall’organizzazione Nujum Sports. La richiesta è netta: l’esclusione di Israele dovrà rimanere valida finché il paese “non si conformerà al diritto internazionale e non porrà fine al massacro di civili e alla carestia generalizzata”.

Il documento basa la sua richiesta sulle conclusioni di una commissione delle Nazioni Unite. Secondo i firmatari, le organizzazioni sportive “hanno il dovere di prendere provvedimenti” contro un paese accusato di commettere un genocidio contro i palestinesi di Gaza, sulla falsariga di quanto fatto in passato con la Russia.

“Non è politica, ma umanità”: l’appello degli atleti

Il testo dell’appello chiarisce che l’iniziativa non vuole essere politica. “Non si tratta di politica né di prendere posizione”, si legge, “si tratta di giustizia, umanità e dei valori che lo sport afferma di difendere”. L’obiettivo, spiegano, è impedire che una nazione possa “ripulire la propria immagine da atti illegali e disumani attraverso lo sport” (il cosiddetto “sportswashing”).

La lista dei 50 firmatari comprende calciatori professionisti, giocatori di cricket, pugili e persino un intero club di calcio. Oltre a Paul Pogba, oggi al Monaco, tra i nomi più famosi figurano l’esterno marocchino Hakim Ziyech e l’ex attaccante dell’Ajax Anwar El Ghazi.

Il sostegno di un campione del mondo come Pogba, che ha un’enorme influenza mediatica, dà un peso specifico notevole alla petizione. Questo appello arriva in un momento delicato, con la UEFA che si appresta a discutere la posizione di Israele nelle sue competizioni, e aggiunge un’ulteriore, forte pressione sui massimi organi di governo del calcio mondiale.