Hanno Detto
Prandelli consiglia la Juve: «Quei due colpi sarebbero straordinari. Tudor? Le voci non aiutano, in questo momento ha bisogno di una cosa»

Prandelli, l’ex CT analizza il momento bianconero: quando mancano i leader, l’allenatore deve trasmettere fiducia e responsabilizzare il gruppo
Una Juventus che lotta ma non vince, che mostra segnali di ripresa ma anche limiti evidenti. Il momento delicato dei bianconeri è stato analizzato da un grande ex Commissario Tecnico della Nazionale, Cesare Prandelli. In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore ha offerto la sua chiave di lettura, sottolineando come, in assenza di campioni affermati, diventi fondamentale il ruolo dell’allenatore nel costruire una mentalità vincente.
Prandelli sulla Juventus di Tudor: “Serve responsabilizzare i giocatori”
Secondo Prandelli, la mancanza di leader conclamati nella rosa attuale non deve essere un alibi, ma uno stimolo per Igor Tudor a lavorare ancora più a fondo sulla testa dei suoi giocatori. Il tecnico deve diventare il vero trascinatore, colui che infonde fiducia e chiede responsabilità.
FIDUCIA A TUDOR – «Responsabilizzando maggiormente i giocatori e trasmettendo ancora più fiducia a ognuno di loro. La mentalità della Juventus deve essere quella di fare sempre la partita. Yildiz capitano al Bernabeu contro il Real è un segnale positivo e va in questa direzione. Il turco è giovane, però è il potenziale campione più puro della Juventus: Tudor fa bene a farlo sentire ancora più importante e trascinatore».
Il discorso si sposta poi sul tema della leadership e sul confronto con il Milan, dove l’arrivo di Luka Modric ha cambiato il volto dello spogliatoio. Un profilo che, secondo l’ex CT, sarebbe stato ideale anche per la Vecchia Signora.
L’ESEMPIO MODRIC – «Modric lo avrei visto bene alla Juventus e in qualsiasi squadra, anche a 40 anni. Parliamo di un fuoriclasse, è un giocatore che vuole la palla e trascina i compagni con i suoi atteggiamenti».
Guardando al mercato, Prandelli non ha dubbi su quali profili servirebbero per aggiungere carattere e mentalità vincente alla Juventus.
I NOMI PER IL MERCATO – «Tonali non è Modric, però avrebbe tutto per prendere in mano una big come la Juventus: non so se sia possibile, certamente sarebbe un gran colpo. E Maignan possiede un carisma strabordante, del resto è il portiere titolare del Milan e della Francia. Però la Juventus possiede già uomini di valore e con ampi margini di miglioramento. Adesso manca la convinzione di essere forti. Tudor non ha ancora individuato l’idea giusta, ma merita fiducia perché la prova di Madrid è un segnale incoraggiante. La Juventus ha perso, però la prestazione è stata solida e sono convinto che d’ora in poi le gerarchie saranno più chiare. Mi aspetto meno rotazioni e un undici tipo costante».
Prandelli invita poi la società bianconera a valorizzare chi incarna lo spirito Juve, indicando in Giorgio Chiellini una figura chiave per il futuro dirigenziale.
IL RUOLO DI CHIELLINI – «È un periodo non da Juventus, ma nemmeno da altre squadre. Tudor ha bisogno di tempo e continuità, lo ha detto anche Chiellini l’altra sera. Piuttosto, la Juventus per crescere avrebbe bisogno di Giorgio con un ruolo ancora più centrale e determinante all’interno della dirigenza. Chiellini dovrebbe essere per la Juventus quello che Paolo Maldini è stato per il Milan campione d’Italia di Pioli».
Sul fronte offensivo, l’ex CT è chiaro: basta turnover, serve dare fiducia a Dusan Vlahovic.
LA GESTIONE DELL’ATTACCO – «Fiducia e meno rotazioni. Vlahovic deve essere sempre titolare, mai avuto dubbi. Al Bernabeu si è costruito una bella occasione con una ripartenza incredibile, la sua sfortuna è che di fronte ha trovato un super Courtois. Anche David e Openda sono ottimi attaccanti, però a entrambi va dato il tempo di ambientarsi nella Juventus e in Serie A».
Infine, un consiglio per la gestione dello spogliatoio e un messaggio di fiducia per Tudor: serve serenità per ritrovare il vero volto della Juve.
«Me lo auguro, ma di sicuro le voci sui possibili successori non aiutano. L’allenatore difficilmente si fa turbare dai rumors, è consapevole che fanno parte del calcio quando non si vince. Quelli che si fanno influenzare maggiormente sono i giocatori, che leggono e si chiedono: ma il tecnico resterà o andrà via? La Juventus, come tutte le squadre, ha bisogno di tranquillità e serenità per ripartire».
