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Rabiot critico su Milan Como in Australia, la Lega Serie A replica: «Come tutti i calciatori si dimentica che è pagato milioni per giocare. Dovrebbe…»

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Rabiot, centrocampista del Milan ed ex Juve, ha criticato la scelta di giocare in Australia la gara col Como: arriva la replica della Lega Serie A

La polemica innescata dal centrocampista del Milan, ed ex Juventus, Adrien Rabiot sulla trasferta australiana contro il Como ha trovato una risposta dura e immediata da parte dei vertici della Lega Serie A. Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega, è intervenuto a margine dell’assemblea svoltasi allo stadio Olimpico, replicando in modo diretto allo sfogo del giocatore francese che aveva definito «folle» la scelta di far disputare la partita in Australia. La replica di De Siervo è stata un richiamo netto ai doveri professionali dei calciatori di alto livello, in relazione ai loro cospicui ingaggi.

PAROLE – «Si scorda, come tutti i calciatori che guadagnano milioni di euro, che sono pagati per svolgere un’attività, cioè giocare a calcio. Dovrebbe avere rispetto dei soldi che guadagna e assecondare maggiormente quello che è il suo datore di lavoro, cioè il Milan, che ha accettato e spinto perché questa partita si potesse giocare all’estero».

Rabiot contrario alla disputa di Milan Como in Australia: la replica della Lega Serie A all’ex Juve

L’amministratore delegato della Lega Serie A non ha usato mezzi termini, allargando il messaggio di critica a tutti i calciatori di vertice. Pur riconoscendo che la salute dei giocatori è un elemento fondamentale e che la sfida logistica è complicata, De Siervo ha inquadrato la trasferta come un evento eccezionale e, soprattutto, come un sacrificio gestibile e dovuto, se messo in prospettiva con gli stipendi percepiti.

De Siervo ha anche minimizzato il disagio del viaggio, sottolineando che, nonostante le ore di volo siano molte, i calciatori viaggiano in business class per raggiungere l’altra parte del mondo, una prassi che i top club del panorama internazionale attuano stabilmente. La conclusione del dirigente è un messaggio inequivocabile: «I calciatori di vertice, che hanno stipendi commisurati alla fatica che svolgono, dovrebbero capire meglio di altri che questo è un sacrificio che si può fare», chiudendo di fatto la polemica con un invito a una maggiore comprensione del proprio ruolo e dei doveri professionali che ne derivano.

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