Hanno Detto
Ranocchia senza filtri: «Oggi la Juve di importante ha solo il nome e la maglia. Spalletti? Lo conosco e posso dire che si sta rendendo conto di una cosa»

Ranocchia attacca la programmazione: la rosa non è all’altezza e il contratto breve di Spalletti è un rischio, serve tempo per incidere
Il pareggio di Firenze ha confermato le difficoltà della Juventus nel trovare continuità di risultati e di gioco. Il momento di transizione, affidato alla cura di Luciano Spalletti, è finito sotto la lente d’ingrandimento della critica, che si interroga sulle reali potenzialità della rosa e sulle strategie societarie. A intervenire nel dibattito, ospite della trasmissione Pressing, è stato l’ex difensore Andrea Ranocchia, che ha espresso un parere lucido e a tratti spietato sulla situazione attuale della Vecchia Signora, evidenziando una discrepanza tra il blasone del club e il valore effettivo del materiale tecnico a disposizione.
Secondo l’analisi dell’ex centrale, la Juventus in questo momento storico si sta reggendo quasi esclusivamente sulla sua storia e sul peso della maglia, mentre il campo racconta una realtà ben diversa, fatta di fatica e limiti strutturali che nemmeno un tecnico esperto come Spalletti può risolvere con la bacchetta magica in poche settimane.
SOLO LA MAGLIA – «Il problema è che la Juve in questo momento ha d’importante solo la maglia e il nome, perché il resto fa fatica. Io Spalletti lo conosco, vuole incidere, secondo me si deve dare tempo. Lui invece, da allenatore che arriva, dice ok, ho due settimane per lavorare, voglio vedere dei miglioramenti. Ma secondo me, in questo momento, si sta rendendo conto che il materiale su cui lavorare non è tanto.»
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Ma la critica più severa di Ranocchia non è rivolta al campo, bensì alla scrivania. L’ex giocatore ha puntato il dito contro la scelta della dirigenza (guidata dal nuovo AD Damien Comolli) di offrire al tecnico toscano un contratto a breve termine. Una mossa che, secondo l’opinionista, denota una grave mancanza di visione e mette a rischio il futuro di un allenatore di alto livello, costretto a ottenere tutto e subito in una situazione di emergenza tecnica.
ERRORE DI PROGRAMMAZIONE – «Aver fatto un contratto di otto mesi a Spalletti significa non saper programmare, metti che la Juve non fa bene in questi mesi e può succedere perché la squadra è in difficoltà, mandi via Spalletti e chi prendi? Non è possibile mandare via un allenatore così bravo, ha bisogno di tempo e di qualità.»
Le parole di Ranocchia suonano come un monito alla vigilia della delicata sfida di Champions League contro il Bodo Glimt. La Juventus ha bisogno di tempo per assimilare il nuovo credo tattico (il 4-3-3), ma il tempo è proprio ciò che un contratto di otto mesi non garantisce. La società è chiamata a proteggere il suo allenatore, evitando che le difficoltà della rosa, evidenziate anche dai recenti infortuni e dai casi di mercato (come David e Vlahovic), finiscano per bruciare la gestione tecnica appena iniziata.
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