San Siro, rogito firmato: la procura apre un'indagine
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San Siro, rogito firmato per 197 milioni: la Procura apre un’indagine sulla vendita. Cosa sta succedendo e le possibili conseguenze

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San Siro, firmato il rogito per 197 milioni. La Procura indaga sulla vendita per turbativa d’asta, Trotta sentito dai pm

Questa mattina segna una svolta storica per il calcio milanese. È stato infatti firmato l’atto di vendita, il rogito, che trasferisce la proprietà dello Stadio San Siro e delle aree circostanti dal Comune di Milano ai due club, Inter e Milan. L’operazione, che segue la delibera approvata dal Consiglio comunale sulla compravendita, si è chiusa per un importo complessivo di 197 milioni di euro.

Con questa firma, i due club diventano proprietari dell’iconico impianto. Tuttavia, sull’intera operazione si addensa un’ombra giudiziaria pesante. L’atto di compravendita è stato siglato mentre la Procura di Milano sta portando avanti un’indagine formale. L’ipotesi di reato su cui lavorano gli inquirenti è quella di turbativa d’asta. Lo riporta La Stampa.

La Procura vuole vederci chiaro sulle modalità con cui si è arrivati alla vendita, per capire se il bando pubblico sia stato strutturato in modo da favorire unicamente le due società di calcio a scapito di altri potenziali acquirenti. Un’inchiesta che getta un’ombra sull’intera procedura voluta dall’amministrazione comunale.

San Siro, il promoter Trotta sentito dai PM

L’indagine, tutt’altro che preliminare, è entrata nel vivo proprio questa mattina. In concomitanza con la firma del rogito, i pubblici ministeri titolari del fascicolo, Paolo Filippini, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, hanno ascoltato una testimonianza chiave.

È stato sentito come persona informata sui fatti il noto promoter Claudio Trotta, tra i fondatori del Comitato “Sì Meazza”, che da sempre si batte per la salvaguardia dello stadio. La testimonianza di Trotta è considerata fondamentale, poiché l’organizzatore di concerti aveva già denunciato pubblicamente la situazione.

In una lettera aperta inviata in precedenza al sindaco, Trotta aveva rivelato che lui stesso, insieme ad altri importanti operatori del settore dello spettacolo e dell’intrattenimento dal vivo, avrebbe voluto presentare un’offerta formale per l’acquisto dell’impianto.

Tuttavia, Trotta ha sostenuto che fosse stato di fatto impossibile partecipare alla gara. La lamentela riguarda le tempistiche del bando pubblicato dal Comune, giudicate “troppo strette”. Secondo il promoter, i termini serrati avrebbero scoraggiato o reso materialmente impossibile la formulazione di un progetto alternativo a quello di Inter e Milan, viziando così la gara. La Procura sta ora valutando se queste tempistiche configurino effettivamente il reato ipotizzato.

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