Spalletti giardiniere, il tecnico interviene sui campi Juve
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Spalletti ‘giardiniere’, il tecnico è già intervenuto sui campi della Continassa: erba più corta. Il motivo è presto spiegato

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Spalletti ‘giardiniere’, il tecnico è già intervenuto sui campi della Continassa: erba più corta. Il motivo della richiesta specifica

L’impatto di Luciano Spalletti alla Continassa non si misura soltanto nelle grandi strategie tattiche o nelle dichiarazioni programmatiche, ma affonda le radici nei dettagli più piccoli, quelli che per molti potrebbero sembrare superflui, ma che per il tecnico toscano costituiscono il fondamento stesso della cultura del lavoro. Per lasciare la sua impronta nel quotidiano, è partito letteralmente dal “terreno”.

Un esempio emblematico, che la dice lunga sulla sua metodologia, riguarda la gestione dei tre terreni di gioco del centro sportivo. Spalletti non si è limitato a dare disposizioni generiche: si è informato in prima persona, cercando un confronto diretto con i giardinieri per comprendere a fondo le procedure di manutenzione e, nello specifico, come venisse gestito il taglio dell’erba. Ne scrive Tuttosport.

La sua richiesta è stata immediata, precisa, quasi maniacale: assoluta uniformità. Voleva una linea omogenea, un’altezza identica su tutti e tre i campi, affinché la squadra trovasse le stesse condizioni indipendentemente da dove si allenasse. Ma soprattutto, ha preteso “meno centimetri di altezza dei fili”. Questo, da sempre, è un chiodo fisso di Spalletti: il pallone deve viaggiare, deve correre veloce, deve “sfrecciare”. Un campo più rapido non è un semplice capriccio estetico, ma la condizione sine qua non per applicare la sua filosofia di gioco.

Le implicazioni di questa scelta sono dirette e profonde. La palla deve viaggiare veloce in allenamento, e questo costringe ogni singolo giocatore ad alzare esponenzialmente il proprio livello di prestazione. In primo luogo, si allena il controllo tecnico: su una superficie così rapida, il primo tocco deve essere perfetto, pulito, orientato. Non c’è margine d’errore, altrimenti il pallone sfugge.

In secondo luogo, e forse ancora più importante, tutti si adeguano a una soglia d’attenzione più alta nella ricezione. Il cervello deve abituarsi a pensare più rapidamente, i tempi di reazione devono accorciarsi, bisogna anticipare la giocata prima ancora che il pallone arrivi. Si alza il ritmo mentale, prima ancora di quello fisico.

Per Spalletti, le partite non sono altro che il riflesso speculare del lavoro settimanale. È lì, nella quotidianità della Continassa, che Luciano vuole incidere sulla Juventus, plasmando l’intensità, la qualità e la velocità di pensiero che pretende poi di vedere la domenica. E ha iniziato dalle fondamenta.

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