Spalletti ha realizzato questa cosa dopo Fiorentina Juve
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Spalletti ha realizzato questa cosa dopo Fiorentina Juve. L’impietosa analisi di Repubblica sui bianconeri

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Spalletti ha realizzato questa cosa dopo Fiorentina Juve. L’impietosa analisi di Repubblica sulla prestazione dei bianconeri al Franchi

La Juventus continua a non trovare la chiave della vittoria, e dopo l’ultimo pareggio contro la Fiorentina, la squadra sembra afflitta da una vera e propria “pareggite”. Questa patologia sportiva, ereditata dalle gestioni precedenti, ha contagiato anche Luciano Spalletti, dimostrando che i limiti del club vanno ben oltre il nome seduto in panchina.

Stessi limiti, stesse insicurezze: oltre la routine

Il cambio di allenatore – con l’avvicendamento tra figure come Thiago Motta e Tudor prima dell’arrivo di Spalletti – non ha portato ai cambiamenti strutturali sperati. La Juventus continua a mostrare gli stessi limiti, le stesse insicurezze e quegli steccati mentali che le impediscono di andare oltre la routine del minimo indispensabile.

Come riporta Repubblica Spalletti sta realizzando che il suo lavoro di ricostruzione sarà molto più complicato di quanto potesse immaginare. Non basta semplicemente spostare pedine o correggere un modulo; sono necessarie incisioni più profonde sulla mentalità e sulla struttura della squadra.

Il problema non è la panchina: cinque tecnici in un anno e mezzo

Lo stesso Spalletti ha espresso la sua frustrazione per la qualità del gioco finora esibita, riconoscendo che i risultati non cambieranno senza un netto miglioramento nella performance.

«Siamo sotto il livello di calcio che dobbiamo esibire. Se continuiamo a fare sempre le stesse cose, i risultati saranno sempre questi», è il monito del tecnico, che si sta incagliando nelle medesime difficoltà che hanno afflitto i suoi predecessori.

Il fatto che la Juventus abbia visto l’avvicendarsi di cinque allenatori in un anno e mezzo, ognuno con la sua potente promessa di cambiamento, suggerisce che il vero problema non risiede in panchina, ma è intrinseco alla struttura e alla mentalità del club. Finché la squadra non riuscirà a liberarsi da questi vincoli mentali e a ritrovare la sua identità vincente, continuerà a lottare per l’ordinaria amministrazione, lontano dagli standard di eccellenza che la sua storia impone.

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