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Tacchinardi deluso: «La Juve è Yildiz-dipendente, non riesce a salire di livello. Con Spalletti non è migliorata»

Tacchinardi, ex centrocampista della Juve ed ora opinionista, ha parlato così dopo la sconfitta dei bianconeri contro il Napoli. Le parole
La sconfitta del “Diego Armando Maradona” (2-1) ha lasciato il segno e riaperto il dibattito sulla reale consistenza del progetto tecnico bianconero. Se Luciano Spalletti ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno sottolineando la reazione nella ripresa, dagli studi di Mediaset arriva una bocciatura senza appello firmata da una delle voci più ascoltate dell’ambiente juventino: Alessio Tacchinardi.
L’ex centrocampista ha analizzato il big match con severità, puntando il dito contro le scelte iniziali e la mancanza di evoluzione nel gioco della squadra.
L’accusa tattica: “Formazione difensiva, primo tempo regalato”
Tacchinardi non ha usato mezzi termini per descrivere l’approccio alla gara. “È stata una brutta partita“, ha esordito l’opinionista. Nel mirino c’è la scelta di Spalletti di iniziare senza un centravanti di ruolo, lasciando in panchina David e Openda per un assetto più prudente.
“Formazione senza punte molto difensiva, il Napoli nel primo tempo ha dominato“, ha osservato Tacchinardi, evidenziando come la squadra di Antonio Conte abbia avuto vita facile nei primi 45 minuti. Solo il cambio di rotta nella ripresa ha ridato un senso alla gara: “Con un attaccante vero in campo, la Juve è cresciuta pur senza fare niente di che“.
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L’allarme: “Siamo Yildiz-dipendenti”
Ma il vero campanello d’allarme riguarda l’identità della squadra. Secondo lui, la Vecchia Signora si aggrappa troppo alle giocate del singolo. “Questa è una squadra Yildiz-dipendente“, ha sentenziato Tacchinardi. Se il fantasista turco non accende la luce (come in occasione del gol del pareggio), il buio è totale.
Il giudizio su Spalletti: “Non è migliorata”
Infine, la stoccata più dolorosa riguarda il lavoro dell’allenatore. Alla domanda se la Juve sia migliorata o cresciuta sotto la nuova gestione, la risposta di Tacchinardi è stata secca: “No. È preoccupante che nelle partite sporche non porti a casa punti“. Un messaggio chiaro: il tempo degli esperimenti è finito, ora servono certezze che, al momento, sembrano mancare.
