Tacchinardi duro: «Juve? Non è ancora pronta per competere»
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Tacchinardi duro sulla Juve: «Non è ancora pronta per competere». Poi il giudizio negativo sulla gestione di Yildiz e la soluzione per migliorare le cose

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Tacchinardi boccia la rosa: troppo dipendente da Yildiz, manca la personalità. Intervenire a gennaio stile Davids è determinante

Alessio Tacchinardi, ex centrocampista della Juventus, ha analizzato il momento bianconero a margine del FIP Silver Mediolanum Padel Cup a Como. Nonostante le recenti vittorie in rimonta contro Bodø/Glimt e Cagliari, Tacchinardi è netto: la Juve non è ancora pronta.

Tacchinardi crede che Luciano Spalletti sia molto preparato ma stia cominciando a capire le problematiche strutturali della squadra, in particolare quella della personalità, della gestione e della pressione. Il peso della maglia bianconera è un fattore che il gruppo deve ancora imparare a reggere.

Il problema principale è la dipendenza da un singolo. La Juve è troppo dipendente da Yildiz, che ha bisogno terribilmente di aiuto. Tacchinardi avverte che affidarsi solo a lui è sbagliato, perché le altre squadre lo conoscono e quando si sale di livello questa squadra fa fatica.

Tacchinardi, il crocevia della stagione: un Davids a gennaio per battere Inter e Roma

Tacchinardi vede la necessità di intervenire sul calciomercato in gennaio. Ha citato l’esempio di Edgar Davids, il cui arrivo a gennaio cambiò letteralmente una squadra. Per questo il prossimo mercato può essere determinante.

La pressione è massima su Loïs Openda e Jonathan David, chiamati a dimostrare di essere da Juve dopo l’infortunio di Vlahovic. Le sfide in arrivo contro Napoli, Bologna e Roma saranno decisive per il futuro. Riguardo allo Scudetto, Tacchinardi vede l’Inter come la squadra più forte, anche se un pizzico di presunzione va tolto.

PAROLE – «Penso che questa Juve non sia pronta per vincere, è ancora un work in progress. Credo che Spalletti sia una persona molto preparata, molto brava sul campo e comincia a capire anche le problematiche che ha questa squadra. Innanzitutto quella della personalità, della gestione e della pressione. La Juve deve vincere e c’è sicuramente una pressione mediatica importante. Ma oggi è una squadra troppo dipendente da Yildiz che ha bisogno terribilmente del suo numero 10 per fare la differenza. Ma è sbagliato aggrapparsi sempre a lui, è necessario dargli una mano perché ormai le altre squadre lo conoscono e quando si sale di livello questa squadra fa fatica. A gennaio bisognerà intervenire in qualche modo. Ho l’esempio di quando Edgar Davids arrivò da noi a gennaio e cambiò letteralmente una squadra. Da lì riuscimmo a fare una cavalcata e vincere il campionato. Per questo il prossimo mercato può essere determinante, ma mi auguro che Spalletti riesca a dare quel qualcosa in più anche a livello motivazionale. Sono in arrivo le sfide a Napoli, Bologna e Roma, un trittico decisivo per il futuro di questa squadra che in questo momento ha bisogno di una scossa. È una prima molto delicata per tanti aspetti, anche ambientali: dal ritorno di Spalletti a Conte, una leggenda della Juventus. Sarà davvero difficile, ma può essere un crocevia della stagione. Mi auguro che Openda e David, dopo l’infortunio di Vlahovic, riescano ad avere continuità e a dimostrare di essere da Juve. Un altro giocatore che mi piacerebbe vedere in mezzo al campo con una Juve diversa, più offensiva, è Koopmeiners. E poi spero che Thuram riesca a salire di livello. Per me comunque la squadra più forte resta l’Inter, anche se ha già cinque sconfitte a fine novembre. Vuol dire che sei forte, ma magari ti senti troppo forte: un pizzico di presunzione va tolto. Non si può sempre vincere giocando bene, a volte bisogna sporcarsi le mani. Ma se il mercato offrirà soluzioni giuste, attenzione alla Roma».

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