Tra tradizione e rinnovamento, la faticosa ricerca di una nuova identità - Juventus News 24
Connect with us

News

Tra tradizione e rinnovamento, la faticosa ricerca di una nuova identità

Avatar di Redazione JuventusNews24

Published

on

Se dovessimo scegliere una data, a posteriori, da cui far iniziare l’attuale fase calcistica della Juventus, una papabile potrebbe essere il 28 Novembre 2022, giorno delle dimissioni in blocco del Consiglio di amministrazione, a partire dal presidente Giovanni Agnelli. A differenza di altri casi della storia, in cui spesso le date hanno un valore perlopiù simbolico, in questo caso ci troviamo di fronte a uno spartiacque che delinea con chiarezza un prima e un dopo. Anche per questo il compito cui è stato chiamato Spalletti appare oggi come una vetta inviolabile, fatto confermato dai bookmakers, che danno a 16 la quota della Juventus vincente della Serie A; ma il calcio ci ha abituato a epiloghi inattesi e l’ex CT azzurro ha dimostrato di avere la stoffa per ribaltare i pronostici. Per scommettere sul vincitore della Serie A e su molto altro puoi utilizzare il codice promozionale Snai.

Concretezza e lungimiranza, i capisaldi della storica gestione Juve

Ma torniamo indietro e cerchiamo di delineare il contesto in cui agirà questa nuova guida tecnica, assunta per porre fine a quella che viene letta come una crisi di risultati e riscrivere le sorti del campionato. Innanzitutto chiariamo che dobbiamo parlare di crisi societaria (e non di risultati, o tecnica), poiché quella che abbiamo davanti, ormai da tre anni, non è una squadra in cerca di un’identità tattica o che attende la piena maturazione di alcuni giocatori, per tornare a essere realmente competitiva. Non si ha l’impressione di avere di fronte un potenziale che attende il momento propizio per concretizzarsi: forse questo ce lo ha lasciato intendere la Juventus di Allegri, l’ultima che è riuscita a tenere testa alla vincitrice (l’Inter quell’anno) fino almeno al giro di boa; al netto di un’impostazione cauta e attendista, culminata comunque con la vittoria della Coppa Italia, forse Max da quella Juve, poi giunta terza al traguardo, era riuscito a trarre davvero il massimo. Almeno questo viene da pensare considerando le successive esperienze sulla panchina bianconera di Thiago Motta e Igor Tudor.

Da quel disgraziato lunedì di novembre la Juventus ha perso la propria identità societaria, quella stessa identità che diventava una forma capace di modellare gesti e atteggiamenti degli interpreti, sia in campo che fuori, che offriva in qualche modo una guida, anche spirituale, a chi doveva portare a termine il proprio compito, qualunque esso fosse, nel migliore dei modi. Un’identità societaria che faceva della coerenza e della lungimiranza i propri attributi principali, perfettamente interpretati da uno degli artefici dei nove scudetti consecutivi, l’AD Beppe Marotta. Ecco allora, che andando ancora più a ritroso nel tempo, scopriamo un altro momento decisivo nella storia recente del club Bianconero, il 13 dicembre 2018, giorno del passaggio dell’Amministratore Delegato all’Inter.

I limiti della recente gestione, un problema strutturale

Anche in questo caso non si tratta di una data puramente simbolica: con l’addio di Marotta la Juventus ha perso un elemento di grandissimo equilibrio, capace di dare realtà, stabilità e concretezza a progetti a lungo termine, un uomo che ha sempre saputo mantenere perfettamente bilanciati ambizione e pragmatismo. Da quel giorno la governance dell’area tecnica è passata a Paratici, che, se volessimo utilizzare una metafora un po’ ardita, definiremmo come lo spirito dionisiaco di quella Juve, quello che forse lasciava che i sogni prendessero il sopravvento e si librassero liberi dalle catene di un prosaico realismo. Ecco allora Ronaldo, acquisto storico, forse inimmaginabile per quello che era allora – ed è ancora oggi – il valore della Serie A, sia a livello tecnico, che a livello economico, ma che al netto di due Scudetti non sembra aver prodotto il salto di qualità che avrebbe dovuto portare la Juventus sul tetto d’Europa.

La nuova Juventus a guida Elkann/Exor sta dimostrando di aver perso la visione e forse l’attaccamento che hanno decretato un secolo di successi bianconeri: il progetto tecnico è stato sacrificato sull’altare del bilancio e il risanamento delle casse sembra essere oggi l’unico vero obiettivo della società Bianconera, con grande tristezza per tifosi e amanti del calcio.

Copyright 2025 © riproduzione riservata Juventus News 24 – Registro Stampa Tribunale di Torino n. 45 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l P.I.11028660014 Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a Juventus Football Club S.p.A. I marchi Juventus e Juve sono di esclusiva proprietà di Juventus Football Club S.p.A.