Trevisani ci va giù pesante con Comolli: cosa ha detto
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Trevisani ci va giù pesante con Comolli: «Ha detto una serie di cose davvero terrificanti. E infatti David e Openda…». L’attacco

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Trevisani ci va giù pesante con Comolli: «Ha detto una serie di cose davvero terrificanti. E infatti David e Openda…». L’attacco del giornalista

Il giornalista di Mediaset, Riccardo Trevisani, è intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio per esaminare le recenti esternazioni di Damien Comolli. Il nuovo ad della Juventus ha infatti illustrato nel dettaglio la sua filosofia gestionale, che poggia le basi sul concetto fondamentale dell’analisi dei dati. Una visione che, negli ultimi giorni, ha scatenato un acceso dibattito tra gli addetti ai lavori. Di seguito, ecco il pensiero espresso da Trevisani.

«Io non so se Comolli sarà un dirigente vincente, so per certo che le dichiarazioni sue hanno vanificato 5 mesi di lavoro in cui voleva convincerci di essere uno in gamba. Io non giudico il lavoro che è stato fatto, anche se quello fatto dalla Juve in estate parla abbastanza chiaro, ma ridico quello che ha detto lui, ossia che i giocatori vengono scelti esclusivamente in base ai dati, e che se l’allenatore è d’accordo bene, altrimenti si crea una frizione. Ha detto che a volte al Tolosa cercavano di selezionare i giocatori in base al mese di nascita. Ha detto che il calcio è noioso e che non legge i libri sul calcio, ha detto che si informa su altri sport ma non sul calcio. Ha detto una serie di cosa veramente terrificanti e che è stato scelto per la questione dei dati. Secondo lui i dati sono l’unica cosa oggettiva nel calcio e da quelli bisogna ripartire».

Trevisani prosegue: «Se voi guardate Sofascore o quelle cose che parlano di dati a fine partite, vedrete che magari il portiere risulta migliore in campo perché ha fatto 37 passaggi e non ha fatto neanche una parata e magari ha preso anche due goal. I dati, quindi, hanno bisogno dell’interpretazione dell’uomo e di persone competenti. Non basta andare avanti con i dati, perché soltanto con i dati non c’è niente. Ha detto anche: “Se io sono la persona più intelligente nella stanza c’è qualcosa che non va” e probabilmente è l’unica cosa su cui sono d’accordo. Ma non capisco come si possa pensare nel 2025, dopo 100 anni di calcio, che soltanto i numeri possano avere ragione sull’occhio umano, sull’esperienza, sulla conoscenza e sulla competenza».

E conclude: «Il dato è un’integrazione, il dato è fondamentale, vedi quanti chilometri fanno i giocatori, come corrono, i giocatori sono dei Gps viventi, sono super controllati, quindi il dato è assolutamente fondamentale, ma va integrato. Perché se per il tuo dato Joao Mario è più veloce di Alberto Costa, non hai migliorato la Juventus, l’hai peggiorata. Se Openda ha fatto bene al Lipsia, non è detto che lo farà anche alla Juve. Se David ha fatto bene al Lille, non è detto che lo farà alla Juventus: devi vedere che giocatore stai comprando, non comprare i 15 gol stagionali di David. Solo con i dati non si va da nessuna parte».

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