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Tudor esonerato, tutti i retroscena che hanno portato alla scelta della Juve: dai rapporti con Comolli alla gestione disastrosa dei nuovi acquisti che ha condannato il tecnico

Tudor esonerato: tutti i retroscena che hanno portato alla scelta della Juve svelati da Fabrizio Romano. I dettagli
Finisce qui, e finisce male. L’avventura di Igor Tudor sulla panchina della Juventus è ufficialmente terminata. La “settimana nera”, culminata con tre sconfitte consecutive contro Como, Real Madrid e Lazio, è stata fatale per il tecnico croato. La società, dopo un’attenta analisi, ha deciso di interrompere il rapporto, come comunicato ufficialmente questa mattina. La squadra, in attesa di un sostituto (si parla di Spalletti e Palladino), è stata affidata al tecnico della Next Gen, Massimo Brambilla.
A svelare tutti i retroscena è stato Fabrizio Romano. La decisione è stata comunicata all’allenatore “poco prima di mezzogiorno”, ma era nell’aria da giorni. Nonostante le smentite di facciata della vigilia, la posizione di Tudor era già compromessa. Come emerso dall’analisi, a condannare il tecnico non sono stati solo i risultati (otto gare di fila senza vittorie), ma un insieme di fattori che hanno reso la prosecuzione del rapporto impossibile.
Alla base della rottura ci sarebbero, infatti, le “frizioni” e il “rapporto non idilliaco” tra l’allenatore e il futuro Amministratore Delegato, Damien Comolli. Le diverse visioni sulla gestione tecnica e le scelte di campo hanno creato una spaccatura che i risultati negativi hanno solo finito per allargare, rendendola insanabile.
Tudor esonerato, la gestione dei nuovi acquisti: il vero motivo della rottura
Se le sconfitte sono la causa scatenante, uno degli “argomenti cruciali” che ha portato Damien Comolli a optare per l’esonero è stata la gestione, ritenuta fallimentare, dei nuovi acquisti estivi. Il mercato, condotto proprio dal direttore generale, aveva portato a Torino giocatori costosi e di profilo internazionale come Loïs Openda, Jonathan David (a zero, ma con un ingaggio pesante) e Joao Mario.
Il rendimento di questi giocatori è stato “molto al di sotto delle aspettative”. Openda e David non hanno mai inciso, finendo spesso in panchina o giocando scampoli di partita, mentre Joao Mario non è mai stato considerato un’alternativa valida sulla fascia.
All’interno della dirigenza bianconera, questa gestione non è “assolutamente piaciuta”. A Tudor vengono imputati errori tattici, una mancanza di fiducia nei nuovi arrivati e l’incapacità di valorizzare un patrimonio tecnico costato decine di milioni. Di fronte a un progetto tecnico che non solo non produceva risultati, ma che stava attivamente svalutando gli asset principali del club, Comolli ha deciso di intervenire.
Tudor, dal canto suo, sapeva di essere a rischio. Ha provato a proteggere la squadra e sé stesso, parlando di alibi e di un calendario difficile, ma la realtà dei fatti ha avuto la meglio. Il tecnico, che era riuscito a riportare la Juve in Champions League la scorsa stagione, paga un avvio disastroso, rapporti tesi con la dirigenza e, soprattutto, il flop totale dei nuovi acquisti.
