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Tudor in bilico, ecco i nomi degli allenatori che la Juve valuta

La Juventus vive uno dei momenti più delicati degli ultimi anni. La sconfitta di Como ha aperto una crepa profonda nel progetto di Igor Tudor, che in poche settimane è passato dall’essere il simbolo della continuità al principale imputato di un crollo tecnico e mentale inatteso. La squadra è scivolata al settimo posto, la curva mugugna, la dirigenza osserva e riflette. In questo clima sospeso, dove ogni parola pesa e ogni partita può segnare un destino, inizia a prendere forma la lista dei possibili sostituti.
Le crepe nel progetto di Tudor
L’avvio di stagione aveva illuso: qualche lampo, una buona organizzazione difensiva, la vittoria nel derby d’Italia. Poi il buio. Dodici punti in sette giornate, un attacco sterile (solo nove reti realizzate) e un’identità tattica che sembra dissolversi a ogni cambio di formazione. Tudor, che in estate era stato confermato dopo settimane di valutazioni interne, non è riuscito a costruire quella solidità che la dirigenza si aspettava.
La partita di Como ha fatto da spartiacque. Il monologo della squadra di Fabregas ha messo a nudo limiti tecnici, mentali e forse anche comunicativi. Nico Paz, con il suo talento ancora acerbo ma spietato, ha inflitto un colpo pesante al morale bianconero. E ora, mentre si avvicinano impegni cruciali in Champions League e campionato, le voci sull’esonero del tecnico croato si fanno più insistenti.
Spalletti, il ritorno dell’architetto
Nella lista dei candidati, Luciano Spalletti occupa una posizione di rilievo. Dopo la parentesi in Nazionale, chiusa tra polemiche e risultati altalenanti, l’allenatore toscano sembra pronto a tornare nel calcio dei club. La Juventus lo considera un profilo di spessore, capace di restituire alla squadra una mentalità proattiva e un calcio riconoscibile.
Resta però il nodo temporale: Spalletti non ha mai amato subentrare a stagione in corso. La sua metodologia si fonda sul controllo, sulla pianificazione ossessiva dei dettagli, su un lavoro che richiede tempo e fiducia. Due elementi che, in questo momento, la Juventus non può garantire. Eppure il nome continua a circolare, come una presenza silenziosa che accompagna le ore di riflessione della dirigenza.
Palladino, la via della giovinezza
Tra i profili più concreti c’è quello di Raffaele Palladino, ex giocatore della Juventus e allenatore emergente che ha già lasciato un segno a Monza e Firenze. Il suo calcio diretto, moderno, improntato al possesso e alla verticalità, affascina la società bianconera, alla ricerca di un progetto più dinamico e sostenibile.
Palladino rappresenterebbe una scelta di rottura con il passato recente: giovane, comunicativo, con una visione chiara e un legame affettivo con la maglia. La sua candidatura è anche economicamente più leggera, un dettaglio tutt’altro che marginale per una società che deve convivere con i vincoli del Fair Play Finanziario e con due allenatori ancora a libro paga: Thiago Motta e lo stesso Tudor.
Mancini e gli altri: esperienza e suggestioni
Sul tavolo ci sono anche nomi dal profilo più internazionale. Roberto Mancini, fresco di esperienza in Arabia Saudita, resta un allenatore abituato a gestire piazze complesse e spogliatoi pesanti. Tuttavia, il suo ultimo contatto con la Serie A risale al 2016, e non è chiaro quanto sia disposto a rimettersi in gioco in un contesto già sotto pressione.
Più defilate appaiono le opzioni straniere, come Edin Terzić, ex tecnico del Borussia Dortmund, che piace per la sua impostazione offensiva e la capacità di valorizzare i giovani, ma che rappresenterebbe una scommessa in un momento dove la Juventus ha bisogno di stabilità.
Il peso dei numeri e la trappola economica
L’esonero di Tudor non sarebbe soltanto una scelta tecnica, ma anche una decisione finanziaria di rilievo. Al momento, la Juventus paga ancora il contratto di Thiago Motta, in scadenza nel 2027, e quello dello stesso Tudor, che percepisce 8 milioni lordi a stagione. Un eventuale nuovo allenatore aggraverebbe una situazione già delicata, portando a tre tecnici contemporaneamente sotto contratto.
Con la UEFA che vigila attentamente sui conti bianconeri, ogni mossa deve essere valutata con prudenza. Un errore in questa fase potrebbe compromettere la pianificazione delle prossime sessioni di mercato. La sensazione, però, è che la società sia consapevole di non poter attendere troppo: i risultati negativi rischiano di erodere definitivamente la fiducia del gruppo e della tifoseria.
Il futuro tra panchina e prospettive
Le prossime settimane saranno decisive. Real Madrid, Lazio, Udinese e Torino: un calendario che non lascia spazio all’errore. Ogni partita può trasformarsi in un punto di svolta, o in un’ulteriore discesa. In questo scenario, la Juventus valuta con attenzione ogni passo, consapevole che un nuovo fallimento comprometterebbe non soltanto la stagione, ma anche l’immagine del club.
E mentre i tifosi attendono segnali, le scommesse sul futuro della panchina bianconera si moltiplicano, anche fuori dal rettangolo di gioco. Gli scenari, i pronostici e le analisi si intrecciano nei forum e nelle piattaforme specializzate, dove la passione incontra l’incertezza. In questo contesto, portali di intrattenimento come Casino777 Svizzera raccontano l’altra faccia della competizione: quella fatta di statistiche, probabilità e calcoli che, pur senza scendere in campo, rivelano quanto il calcio sia anche una questione di numeri, rischio e intuizione.
Il destino di Tudor resta sospeso, come un equilibrio instabile tra passato e futuro. A Torino si respira un’aria tesa, fatta di attese e decisioni che non possono più essere rimandate. La Juventus cerca la sua nuova direzione, forse già scritta da qualche parte tra la prudenza dei contabili e la nostalgia di un’epoca in cui vincere era l’unica cosa che contava.
