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Varriale si difende dalle accuse dell’ex compagna: «Non ho detto ‘morirai’ ma ‘sono in Rai’». Così il giornalista ai giudici

Varriale si difende dalle accuse dell’ex compagna: «Non ho detto ‘morirai’ ma ‘sono in Rai’». Il giornalista è stato ascoltato dai giudici in aula
Enrico Varriale è stato ascoltato in aula dai giudici nel processo in cui è imputato con le pesanti accuse di stalking e lesioni personali aggravate ai danni di una sua ex compagna. I fatti contestati dalla Procura risalgono al periodo compreso tra dicembre 2021 e febbraio 2022.
Per il noto giornalista sportivo, la cui presenza in tribunale è legata alla sua versione dei fatti, si tratta di un momento processuale delicato. Questo è infatti il secondo procedimento che lo vede imputato per accuse identiche: Varriale era già stato condannato lo scorso giugno a dieci mesi di reclusione, con pena sospesa, per un procedimento analogo relativo a un’altra ex compagna.
Oggi, assistito dai suoi legali, gli avvocati Fabio Lattanzi ed Ester Molinaro, Varriale ha respinto categoricamente ogni addebito. Ha sostenuto di non aver mai minacciato, né tantomeno aggredito fisicamente, la donna con cui ha avuto una relazione di circa quattro mesi, iniziata dopo la vittoria degli Azzurri agli Europei.
«Si era presentata con un messaggio su Facebook e abbiamo iniziato a frequentarci, ma spesso poi non ci sentivamo per settimane, perché lei era gelosissima, specie se vedeva i miei ‘like’ sui social», ha raccontato il giornalista in aula.
Varriale ha poi descritto l’episodio centrale dell’accusa, avvenuto l’8 dicembre 2021. «Nel pomeriggio è venuta a casa mia e si è chiusa in bagno con il mio telefono e dopo aver trovato alcuni messaggi fra me e una mia amica è andata via molto arrabbiata».
Secondo il suo racconto, la situazione sarebbe precipitata quella sera stessa, quando la donna sarebbe tornata, trovandolo in compagnia di un’amica. «Trovandomi con un’amica prima ha iniziato a offendere lei e poi a distruggere tutto quello che ho in casa. Non sapevo come fermarla, tentavo di contenerla e lei a un certo punto ha detto che l’avevo colpita e che mi avrebbe denunciato. Poi ha chiamato un’ambulanza ed è andata via». Il giornalista nega di averla picchiata, sostenendo di aver solo tentato di “contenerla”.
Varriale ha anche smentito la grave accusa di una minaccia telefonica («Morirai»), attribuendola a un fraintendimento acustico dovuto all’uso di un telefono aziendale: «Non ho detto morirai, ma sono in Rai».
Questa versione si scontra duramente con l’impianto accusatorio. Secondo l’accusa, Varriale avrebbe «con condotte reiterate di minaccia e molestia» aggredito la compagna, facendole perdere i sensi. Negli atti si legge che, «durante una lite in cui la spintonava e strattonava, sferrandole un forte schiaffo al volto, facendola cadere a terra e urtare la testa con il pavimento, le cagionava lesioni personali consistite in un trauma cranico non commotivo».
