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Varriale: «Juventus brutta e fortunata, bianconeri messi alle corde dal Pisa. Era giusto il pareggio»
Varriale: «Juventus brutta e fortunata, bianconeri messi alle corde dal Pisa. Era giusto il pareggio». Il commento del giornalista
l commento del giornalista Enrico Varriale, affidato ai social dopo il triplice fischio della sfida tra Pisa e Juventus, offre una lettura critica e controcorrente rispetto alla vittoria bianconera alla Cetilar Arena. Secondo Varriale, il successo della squadra di Luciano Spalletti non rispecchierebbe fedelmente quanto visto sul terreno di gioco per gran parte dell’incontro.
Di seguito le sue parole pubblicate su X:
«A lungo brutta e fortunata la Juventus batte un ottimo Pisa che colpisce 2 pali e mette alle corde la squadra di Spalletti. Il gol di Kalulu, dopo l’ingresso positivo di Zhegrova, vale 3 punti d’oro. Nel finale arriva lo 0-2 ma il pari sarebbe stato il risultato più giusto».
Un’analisi tra cinismo e fortuna
L’analisi di Varriale mette in evidenza due fattori determinanti per l’esito della gara:
- La solidità del Pisa: la squadra di Gilardino è stata in grado di mettere seriamente in crisi la retroguardia juventina, colpendo due legni che avrebbero potuto cambiare radicalmente la storia del match.
- L’episodio risolutore: nonostante una prestazione definita “brutta” per lunghi tratti, la Juventus ha avuto il merito di capitalizzare le occasioni create nella ripresa.
Il peso dei singoli
Varriale concorda con la critica generale nel sottolineare l’importanza dei cambi operati da Spalletti. L’ingresso di Edon Zhegrova è stato visto come la scintilla necessaria per rianimare una manovra bianconera apparsa piatta e prevedibile. Il gol di Kalulu, arrivato in un momento di sofferenza, ha garantito quelli che il giornalista definisce “punti d’oro”, pesantissimi per la rincorsa alle zone nobili della classifica. Il raddoppio finale di Yildiz ha solo arrotondato un risultato che, per Varriale, resta eccessivamente punitivo per un Pisa “ottimo” e “commovente” per spirito di sacrificio.
