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Vlahovic alla Continassa alla vigilia di Juve Pafos! Il serbo ha assistito all’intera seduta, segnale di grande vicinanza prima della Champions. Il retroscena

Vlahovic ha assistito all’allenamento da bordo campo: segnale di grande appartenenza, il serbo vicino alla squadra prima della Champions League
(l’inviato alla Continassa) – La vigilia di Champions League alla Continassa si è arricchita di un momento toccante e significativo che va oltre gli aspetti tattici o tecnici della preparazione alla sfida contro il Pafos. Mentre Luciano Spalletti dirigeva l’allenamento di rifinitura per sciogliere gli ultimi dubbi di formazione (con l’undici titolare provato senza pettorina), a bordo campo è spuntata una figura familiare e fondamentale per lo spogliatoio bianconero: Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo, fresco di operazione chirurgica per la lesione all’adduttore che lo terrà lontano dai campi di gioco fino a primavera, non ha voluto far mancare il suo supporto ai compagni in un momento così delicato della stagione.
La sua presenza al centro sportivo è stata una sorpresa gradita e un segnale potentissimo. Nonostante le difficoltà logistiche post-operatorie, Vlahovic oggi era alla Continassa per stare fisicamente vicino alla squadra. Il numero 9 ha assistito all’intera sessione rimanendo a bordocampo, osservando i movimenti dei compagni e incoraggiandoli con la sua sola presenza. Un gesto che testimonia un senso di appartenenza viscerale ai colori bianconeri e una volontà ferrea di rimanere connesso con il gruppo anche durante la lunga convalescenza forzata.
Questo atto di grande vicinanza assume un valore specifico enorme dopo la sconfitta di Napoli e le tensioni della classifica. In un momento in cui la Juventus deve compattarsi per blindare la qualificazione europea e ripartire, avere il proprio leader offensivo presente, seppur non abile e arruolabile, è un’iniezione di fiducia morale per tutto l’ambiente. Vlahovic ha voluto dimostrare che, anche se non potrà segnare i gol decisivi per i prossimi tre mesi, resterà il primo tifoso e il primo sostenitore della causa. Un atteggiamento da leader vero che Spalletti e la dirigenza hanno sicuramente apprezzato, utile a cementare lo spirito di squadra necessario per superare l’emergenza.
