Vlahovic a 'ripetizioni' da Allegri: non è Haaland ma il Real lo vuole
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Vlahovic a ‘ripetizioni’ da Allegri: non è Haaland ma il Real lo vuole. E lui segna come sempre

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Vlahovic a ‘ripetizioni’ da Allegri: ma segna come sempre. Il Real lo insegue, lui proverà a decidere il derby dopo la panchina col Nantes

Di solito a ripetizioni ci va chi non è abbastanza bravo a fare qualcosa. Ma per Massimiliano Allegri è un’accezione fuorviante: a ripetizioni ci va chi vuole migliorarsi: «Chiellini ha finito di giocare con noi che aveva un sinistro delizioso, quando prima gli dicevano che non sapeva usarlo. Alla fine riusciva a calciare la palla anche a quaranta metri con tranquillità. È questione di allenamenti ripetuti». Esempio buono che torna utile per spiegare che il lavoro individuale è prassi e tocca proprio a tutti; ma soprattutto per decodificare quanto accaduto nell’ultimo allenamento a porte aperte tra lui e Dusan Vlahovic. Venti minuti di esercitazione spalle alla porta, col tecnico a marcare il serbo e a guidarlo in ogni singolo movimento. ‘Venire incontro’, ‘proteggere’, ‘scappare’ e tante altre cose che poi sono funzionali a buttare la palla dentro. Ma in quello sì, Dusan – che ha sempre solo e soltanto 23 anni – parrebbe nato ‘imparato’, nonostante col Nantes gli sia stato preferito Kean.

Max ha sempre sottolineato come il suo 9 dovesse perfezionarsi nella pulizia del gioco, per sprecare meno energie fisiche ed alzare il livello di qualità tecnica. Per questo ci lavora su con tanta dedizione: nelle ultime uscite, più che in passato, è parso evidente che l’ex Fiorentina abbia ancora qualche difetto da limare. Lo hanno notato i tifosi che iniziano a criticarlo, va ricordato che Vlahovic non è ancora al meglio della condizione fisica e questo fa tutta la differenza del mondo. Differenza che Dusan però continua a fare con i gol: 8 in 14 presenze di campionato, una rete ogni 139 minuti. Curioso pensare che nel segmento juventino della scorsa stagione, dando sensazioni apparentemente più positive, avesse una media-gol inferiore con 7 centri in 15 gettoni. Con tutto il Mondiale e la pubalgia di mezzo Vlahovic in Serie A sta finalizzando in maniera addirittura superiore. Mentre continua a lasciare il tempo che trova il confronto col suo periodo viola, contesto e ambizioni troppo differenti.

Il nativo di Belgrado segna come e più di prima. Lo sanno le big di Premier League che già lo avrebbero voluto a gennaio, lo sa il Real Madrid che lo sogna in estate per ‘regalarsi’ un post Karim Benzema, se pur con caratteristiche molto diverse. Vlahovic in Europa continua ad essere considerato tra i miglior prospetti in circolazione, magari non l’alter ego di Erling Haaland – come azzardava qualcuno nel periodo di Firenze -, ma comunque un centravanti titolare da top europeo. Uno per cui vale la pena spendere una cifra vicina ai 90 milioni che è quando chiede il calciomercato Juve per sedersi al tavolo delle trattative dopo averne sborsati 70 + 10 di bonus per prenderselo poco più di un anno fa. Sarebbe un sacrificio non facile ma forse necessario in caso di mancata qualificazione alle Coppe. In attesa anche che il diretto interessato possa far valere quella volontà che nel gennaio 2022 fu decisiva per il suo trasferimento a Torino.

«La Juventus è il club più grande d’Italia, sono felicissimo di essere qui. La voglia, quell’aspetto di non mollare mai e combattere fino all’ultimo. Puntare sempre ad obiettivi più alti, questa è la cosa più importante», aveva detto nel giorno della sua presentazione alla Juventus. Era così felice di essere lì e probabilmente lo è ancora nonostante tutte le difficoltà personali e contestuali. Dopo aver deciso il Derby di andata chiudendo un periodo di crisi nera per Madama, Dusan proverà a fare altrettanto domani all’Allianz Stadium. A proposito di ripetizioni.

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